Club Dogo

Don Joe ha rilasciato un’intervista a Vanity Fair tracciando un bilancio della carriera, parlando del singolo con Annalisa, Guè ed Ernia, dei Club Dogo e svelando alcuni dettagli sulla sua malattia.

“Era un progetto già in cantiere, dovevo solo trovare gli artisti giusti per realizzarlo, Annalisa è stata tra i primi nomi a cui ho pensato, volevo riproporre il suono pop e r&b degli anni 2000 che era andato un po’ perso. Il brano contiene il campione dell’Incredible Bongo Band, che da anni volevo utilizzare per un mio brano. Ho fatto un esperimento e penso sia riuscito. La canzone è un tributo alla cultura hip-hop, e al muretto la si viveva in tutte le sue arti. Noi, i Club Dogom arriviamo proprio da lì, e ci appassionava tutto, non solo il rap.

Spiega Don Joe a proposito di Istinto Animale. Il discorso, poi, si sposta sui Club Dogo, tornati dopo un decennio con un album, 10 concerti sold out al Forum di Assago e il live a San Siro in programma il 28 giugno.

“Non avremmo mai potuto fare un disco trap. Dovevamo mantenere il nostro suono caratteristico, quello che si è sentito nei dischi precedenti dal 2003, è stata un’idea condivisa da tutti e tre. In questi anni non abbiamo mai smesso di sentirci e non abbiamo mai perso i contatti. È stato come riaprire una porta chiusa da tanto tempo. Abbiamo dovuto fare tutto in gran segreto, non andavamo in studio, ma affittavamo grossi attici nascosti, così che nessuno riuscisse a scoprirci, anche se poi qualcuno ce l’ha fatta. Avevo un hard disk con 200 basi, abbiamo cominciato a sentirle per capire quali fossero quelle più adatte. Per scrivere le canzoni poi è bastato poco, non è cambiato nulla rispetto a dieci anni fa. Jake e Guè sono quelli di sempre, e nessuno è ancora riuscito a eguagliarli.”

Un pensiero, quindi, a San Siro.

“Sentirete dei brani che non abbiamo mai fatto dal vivo e lavoreremo tanto sulle scenografie. Faremo delle cose che solo uno stadio ti permette di fare.”

Infine Don Joe parla della malattia con la quale convive da tempo.

“Sono contentissimo, la musica mi ha cambiato completamente la vita. Arrivo dal nulla, dal non avere niente ad avere quasi tutto, è un bel passaggio. Mi ha dato qualsiasi cosa, a livello materiale ma non solo, anche a livello di soddisfazione personale. Poi per contrappasso arrivano delle cose spiacevoli. Sono malato di diabete. La vita ti regala gioie e poi trova un modo per riequilibrare le cose. L’ho vissuta un po’ così ed è stata la cosa migliore. La malattia è arrivata quando è arrivato il successo. Avevo già 34 anni, in un momento in cui stavo lavorando tanto. Non è facile gestirla, ma l’ho presa un po’ come una sfida e l’ho messa in saccoccia. Oggi con il diabete si vive tranquillamente e si fa qualsiasi cosa, bisogna solo stare attenti perché si è più fragili.”

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