Gazzelle Arena di Verona

Gazzelle ha conquistato San Siro con un live che ha attraversato tutta la sua carriera, dai primi passi con “Superbattito” fino all’ultimo disco “Indi”. Due ore e mezza di emozioni, romanticismo e malinconia, coronate da un annuncio che ha spiazzato i fan: «Mi prendo una pausa. Un po’ per me, ma soprattutto per la musica».

Occhiali scuri, gin tonic, sigaretta accesa e la solita ironia sottile: Gazzelle ha salutato il pubblico milanese dopo un concerto sold out che è stato molto più di un evento. È stato un rito collettivo, un viaggio lungo otto anni di canzoni, turbamenti, dediche (tra cui una alla fidanzata Ilaria) e ospiti speciali come Fulminacci, Mara Sattei e Mobrici. Ma anche un momento di riflessione profonda. «Se non mi fermo rischio di fare tutto di corsa, come una macchina impazzita. Preferisco rallentare e dare alla musica l’amore che si merita. È la cosa più bella che ho».

Gazzelle lo dice con lucidità: fermarsi non è una resa, ma una scelta di cura. Cura di sé e delle sue canzoni. «Spero ancora di sorprendermi», ha aggiunto, sottolineando quanto il processo creativo abbia bisogno di tempo, distanza, silenzi. In un’epoca in cui l’industria musicale brucia artisti e dischi alla velocità degli stream, la sua decisione suona quasi rivoluzionaria.

E se il 2017 rappresentava l’inizio di tutto – tra sagre di provincia, mercatini vintage e concerti improvvisati – oggi Gazzelle è il simbolo di un’intera generazione che ha visto l’indie trasformarsi, diventare pop, salire sul palco dei grandi stadi senza (quasi) perdere l’anima. «Superbattito» era solo l’inizio: con “Indi” Gazzelle ha scelto di tagliare una lettera al termine “indie”, forse per alleggerire un’etichetta ormai troppo larga, forse per rimettere tutto in discussione.

Il pubblico è cambiato, come cambiano i tempi, ma la malinconia, quella vera, è rimasta la stessa. E continua ad accomunare chi, nel rumore del mondo, cerca ancora un rifugio nella musica.

«Con tutto quello che succede intorno – ha detto Flaviosembra non esserci più niente di stabile. Ma io continuo a credere che la musica possa spiegare tutto, meglio di chiunque altro».

Intanto, nella notte di San Siro, le parole di Gazzelle hanno abbracciato migliaia di persone. Poi calerà il silenzio. E sarà da lì, forse, che ripartirà davvero.

“Come si fa a spiegare.. non lo so.
Ieri eravamo tutti sulla stessa barca, nello stesso posto a strillarci in faccia le nostre vite.. sgangherate, stropicciate.. i nostri sogni, la nostra rabbia e il vostro amore sopra ogni cosa. E’ stato stupendo. Non mi scorderò mai tutto questo, Milano, lo giuro.
Se chiudo gli occhi sono ancora lì, davanti a un muro di gente come me, come se fossi davanti a uno specchio. Abbiamo cantato a San siro.. ABBIAMO CANTATO A SAN SIRO. La realtà ha superato di gran lunga i miei sogni, ormai è ufficiale.
Grazie a tutti di cuore, e con il cuore, ci rivedremo quando sarà il momento.”

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