Manca un mese al concerto del sassofonista internazionale JIMMY SAX che il 17 maggio per la prima volta porterà dal vivo il suo inconfondibile sound al Palazzo dello Sport di ROMA. Ad accompagnarlo sul palco ci sarà THE SYMPHONIC DANCE ORCHESTRA, diretta dal Maestro VINCENZO SORRENTINO.
Per la prima volta all’interno di un palasport risuoneranno le note delle hit come “No man no cry” (brano certificato PLATINO in Italia) e “Time“ (certificato ORO in Italia) che hanno resto Jimmy Sax una star internazionale.
Jimmy Sax è molto più di un semplice musicista. È l’incarnazione del sassofono, uno strumento che è diventato una parte integrante del suo essere. Polistrumentista di fatto, sassofonista per scelta, ha guadagnato fama internazionale con il suo stile unico, regalando al sassofono una propria voce di raffinata sensualità. Per l’appunto, “THE SAX MACHINE“. Il nuovo singolo è “A Million Miles” realizzato con Steve Edwards.
Intervista a Jimmy Sax
Il tuo nuovo singolo è “A Million Miles” con Steve Edwards. Com’è nato il brano e come mai hai voluto condividere il pezzo con un collega e amico?
Conosco Steve da diverso tempo. L’ho scoperto ascoltando la sua musica e nello specifico “World Hold on”, il suo brano di punta. Grazie al mio management ho potuto incontrarlo. Ci siamo trovati umanamente e artisticamente sulla stessa lunghezza d’onda e collaborare è stata una conseguenza logica e naturale. Abbiamo lavorato a questo brano per più di un anno, ma siamo soddisfatti del risultato.

Hai paragonato il tuo rapporto con il sax a un matrimonio. Puoi spiegarci meglio cosa intendi?
Io e il mio strumento passiamo così tanto tempo insieme… Una relazione iniziata davvero tanti anni fa… Ancora oggi considero il sax come un fantastico compagno, perché nonostante tutto mi ha cambiato la vita, mi ha permesso di trovarmi in luoghi meravigliosi in tutto il mondo, mi ha fatto incontrare persone stupende. Per questo è come un matrimonio. A volte va bene, a volte meno, ma… è la vita!
Come definisci oggi il tuo approccio artistico e musicale?
Amo tutta la musica a 360 gradi, non solo il sassofono. Quando compongo sono spesso combattuto, perchè non so mai se partire dal sassofono o da altri strumenti, oppure cantare io stesso o collaborare con altri artisti. Usare l’elettronica, oppure creare musica pop. Non so mai dove mi porterà il nuovo brano e ogni volta è un viaggio diverso. Il mio è un approccio istintivo, legato all’amore che provo nei confronti della musica.
Qual è l’aspetto della tua musica che al momento ti rende più fiero?
Il live. Sono un artista che ama i concerti, appartengo al palco. È il mio posto preferito al mondo, il luogo dove condividere la mia musica, la passione, l’energia, le vibrazioni. Uno degli aspetti che preferisco è vedere i sorrisi sui volti del pubblico. Mi piace far sorridere le persone, è il mio compenso più grande.
Sei nato a Marsiglia, ma ti piace molto Napoli. Come mai questa relazione?
Innanzitutto amo l’Italia e a Napoli… è nato il mio maggior successo, No man no cry, presto diventato virale. A Napoli ho conosciuto il mio manager e tutto il mio staff è napoletano, compresa la mia orchestra. Poi Marsiglia e Napoli sono città gemelle, entrambe sul Mediterraneo, con questo legame speciale col mare, dove vivono persone con una forte identità. Città sempre soleggiate, divertenti. Per questo mi sento molto vicino a Napoli.
Il prossimo maggio suonerai a Roma per una data speciale. Puoi parlarci di questo live con la Symphonic Dance Orchestra?
Questo show sarà il gran finale del mio tour in Italia. La collaborazione con quest’orchestra è nata 2 anni fa ed è stata un grande successo. Insieme siamo stati in tantissimi luoghi, abbiamo suonato all’Auditorium della Conciliazione a Roma e nella sala dedicata ad Ennio Morricone che è fantastica, ma anche a Taormina e in altri luoghi meravigliosi, compreso il PalaPartenope di Napoli. Consideriamo il concerto del 17 maggio come il gran finale. Abbiamo raddoppiato il numero di musicisti; la produzione è più importante rispetto agli show precedenti. Non voglio rivelare troppo, ma gli effetti, gli schermi renderanno tutto magico. Ci stiamo lavorando da molto tempo e il concerto sarà il degno finale di questa esperienza con l’orchestra.
A settembre suonerai all’Olympia di Parigi, dove il tuo concerto ha presto fatto registrare il sold out. Cosa significa per te questo risultato?
L’Olympia è il luogo più importante dove suonare se intraprendi una carriera artistica in Francia. A un certo punto della carriera devi passare per l’Olympia e questo sarà il mio primo show li. Sono estremamente fiero di ciò, felice e affronterò il concerto con la massima umiltà. Ci sono così tanti artisti passati da quel posto… i Rolling Stones, i Beatles, anche i più grandi artisti italiani hanno suonato li. E’ un onore suonarci e sono fortunato di ciò. È un segno dal cielo. Ho perso mio padre all’inizio del Covid e ci suonerò il 24 settembre, il giorno del suo compleanno. E’ un dono, sono davvero grato e fiero di poter suonare li, davvero felice.
Cosa pensi della musica italiana?
C’è tantissima musica fantastica che arriva dall’Italia. Amo Jovanotti, per me è uno dei migliori artisti italiani. Ho alcuni dei suoi album sul mio telefono e quando sono in tour ascolto anche la sua musica. Ovviamente sono connesso anche alla musica elettronica, quindi apprezzo Benny Benassi, Merk & Kremont e quel genere di produzioni. Ma anche la musica più classica, come Ornella Vanoni, mi piace anche quella vecchia scuola. C’è così tanto da scoprire che non si riesce ad ascoltare tutto.
Qual è la particolarità del pubblico italiano?
Onestamente è uno dei migliori al mondo, insieme a quello messicano. C’è passione, competenza, è un pubblico molto caloroso e appassionato.
Videointervista

La musica è la sua grande passione, segue come inviata l’Eurovision Song Contest e il Festival di Sanremo. Negli anni ha collaborato con diverse emittenti radiofoniche. Ama i gatti, il Giappone e la cultura manga!
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