Passa dal BSMT, il podcast di Gianluca Gazzoli, ha ospitato James Blunt, il cantautore britannico che lo scorso 27 ottobre ha pubblicato l’album Who We Used To Be.
“Nel nuovo album non c’è niente di ciò che è il mio passato, queste sono tutte canzoni nuove, sono canzoni bonus nella mia vita e per me è liberatorio ed emozionante. Ho scritto questi pezzi per me stesso, su ciò che sta accadendo nella mia vita. […] Normalmente nella vita quotidiano sono poco profondo, come una pozzanghera. Ma nelle mie canzoni invece, a volte c’è maggiore profondità e, sai, se chiedessi a mia moglie se sono un tipo romantico ti direbbe: “No. No, non è romantico”. Ma è nelle mie canzoni che metto le mie emozioni.”
James Blunt a Passa dal BSMT ha parlato anche delle canzoni del passato e dalla pressione legata al successo.
“Mentirei se ti dicessi che non sento della pressione, ed è un problema a volte perché poi inizi a immaginarti il pubblico. E se il pubblico è nella stanza con te non puoi più scrivere con onestà. Perché parte del tuo pubblico vorrà che le canzoni siano nere mentre altri vorranno che siano bianche. E se provi ad accontentare tutti otterresti solamente del grigio e nient’altro. E per me questa è stata la parte più emozionante di questo nuovo album.”
Il cantautore ha poi raccontato il momento in cui compose la hit You’re beautiful.
“Ero a Londra e stavo camminando nella metropolitana, e incocrocio la mia ex fidanzata. Lei aveva un nuovo fidanzato, l’ho vista, lei ha visto me, ci siamo guardati negli occhi. Ma non ci siamo detti nulla, ci siamo soltanto passati accanto e ho pensato: “Cosa sarebbe successo se solo mi fossi fermato e le avessi detto che cosa avevo provato. Magari la mia vita sarebbe diversa”. Ma sono tornato a casa e ho scritto la canzone, ho scritto il testo in due minuti circa.”
Infine una riflessione sul mercato musicale attuale.
“Se ascolti una canzone in radio, apri Shazam e la puoi ascoltare in streaming immediatamente, è un modo migliore e più emozionante per ascoltare la musica. Non devi più leggere una rivista che ti dice chi è figo, chi dovresti ascoltare. Ora puoi trovare la musica da solo. Secondo me questa è un’esperienza fantastica. E al posto di scrivere e registrare un album soltanto come album interi, che possono risultare rigidi, del tipo: “Ok, devi premere play e ascoltare le canzoni 1, 2, 3, 4 in quell’ordine”, ora invece la gente trova le singole canzoni ovunque. Tramite TikTok, tramite piattaforme differenti. E questo per un artista, per un musicista, significa che tutte le canzoni devono essere belle.”
Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.