Roby Facchinetti Symphony

In un’intervista a Di Più, Roby Facchinetti parla del suo rapporto con la fede e la speranza un giorno di poter rincontrare l’amico Stefano D’Orazio.

“I valori sociali e spirituali del nostro repertorio stanno lì a dimostrarlo. Dio delle città, che ha vinto Sanremo, noi lo abbiamo urlato al Festival in nome della grandezza del Signore. Da bambino ho avuto il grande privilegio di conoscere papa Giovanni XXIII, bergamasco come me. Con i Pooh mi sono esibito anche in tre concerti di Natale in Vaticano per Paolo VI . “Fare l’artista è complicato”, ci disse una volta. “Fare il Papa lo è molto di più”, ebbi l’ardire di rispondergli. Poi ho conosciuto Giovanni Paolo II, il Pontefice che ha cambiato le sorti del mondo, papa Benedetto XVI e il grande papa Francesco, che sta provando a modernizzare la Chiesa. Per me ciò è auspicabile.”

L’artista poi scherza sul fallimento del suo primo matrimonio religioso.

“Ho sposato la mia prima moglie davanti a Dio. Ma ci siamo lasciati. È vero che un matrimonio religioso dovrebbe essere per sempre. Ma mi permetta di rasentare la blasfemia. Lo stesso Gesù diceva andate e moltiplicatevi. Io sono andato e mi sono moltiplicato. Ho avuto cinque figli da tre donne diverse. Ma, con le mie compagne, non ho mai giocato con i sentimenti. Ho seguito l’istinto e la passione.”

Infine un pensiero di Roby Facchinetti alle persone scomparse che vorrebbe rincontrare, tra cui Stefano D’Orazio.

“I miei genitori, mio fratello Renato, Valerio Negrini e Stefano D’Orazio, i due componenti dei Pooh che non ci sono più. Se incontrassi Stefano lo abbraccerei forte e poi gli sussurrerei: “Ste’, prendi la batteria che adesso suoniamo subito Piccola Ketty e Uomini soli. Dai, ricominciamo”. Proprio come facevo ai vecchi tempi.”

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