Da qualche giorno, tra entusiasmo e scetticismo, circola la notizia di un possibile trasferimento del Festival di Sanremo a Viareggio a partire dal 2027. Un’ipotesi suggestiva, lanciata da Il Messaggero e ripresa da diverse testate nazionali, che ha fatto sognare molti appassionati, complice anche la suggestione storica: fu proprio a Viareggio, nel 1948, che si tenne una prima versione del festival della canzone italiana.
Ma a spegnere ogni entusiasmo è intervenuto Mimmo D’Alessandro, tra i più influenti promoter musicali italiani e organizzatore di eventi come La Prima Estate e il Lucca Summer Festival. Le sue parole al Tirreno sono state nette: «Il Festival di Sanremo a Viareggio? Semplicemente non succederà mai». E, con un tocco di ironia, aggiunge: «È più facile che io diventi una donna…».
Al di là dell’eventuale rottura tra Rai e la città ligure, che potrebbe portare a cercare una nuova sede per lo storico evento canoro (tra le altre ipotesi ci sono Rimini, Sorrento e la Costiera amalfitana), Viareggio presenta una serie di criticità logistiche difficilmente superabili. A partire dalla mancanza di spazi adeguati: il Teatro Eden, unico palco forse compatibile con lo show, non dispone più da anni di camerini, mentre il Politeama è ormai inutilizzabile. Anche il Gran Teatro Pucciniano, nella sua versione invernale, non risponde alle esigenze di un evento televisivo di portata nazionale.
Eppure, un festival a Viareggio c’è stato davvero. Negli anni Ottanta, il giornalista Fabrizio Diolaiuti – insieme ad Aldo Valleroni e Demetrio Brandi – provò a rilanciare il legame tra la città e la musica italiana con Canzoni di Domani, poi rinominato Festival di Viareggio. L’iniziativa ebbe anche una discreta visibilità, con serate finali trasmesse su Videomusic e il supporto di Radio Italia. Ma la mancanza di investimenti pubblici e una certa diffidenza generale ne decretarono la fine nel 1997.
Oggi, quella stessa operazione potrebbe tornare utile: «Se avessimo continuato – riflette Diolaiuti – forse oggi, con la crisi tra Sanremo e Rai, saremmo stati pronti a raccogliere il testimone». Ma la realtà, almeno per ora, resta ben lontana dal sogno.

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