Lord of the lost

La Germania non vince l’Eurovision Song Contest dal 2010 e per l’edizione 2023 della kermesse ha scelto di schierare i Lord of The Lost.

Una scelta decisamente controcorrente, in quanto il gruppo industrial metal ha poca dimestichezza con i meccanismi eurovisivi e il suo pubblico ha gusti musicali ben diversi rispetto a quanto si è ascoltato sul palco di Liverpool.

Il collettivo teutonico, però, ha preso seriamente l’Eurovision e si è integrato con i meccanismi dell’evento, divertendosi anche realizzando alcune cover dei brani in gara, tra cui Due Vite del nostro Marco Mengoni (Qui il video).

Intervista ai Lord of the Lost, rappresentanti della Germania all’Eurovision 2023

Avete una lunga carriera alle spalle, quasi 15 anni, cosa vi ha portato all’Eurovision e con questa canzone in particolare?

Ci siamo iscritti alle selezioni per diversi anni, quello che ci ha agevolato quest’anno nello specifico è che già alla selezione nazionale si è dato maggior spazio alla varietà, a generi musicali diversi sin dai preliminari, permettendo anche a band pesanti come noi di partecipare. Quello dell‘Eurovision è uno dei palchi più grandi del mondo e volevamo esserci. Ci piace esibirci, poter mettere in piedi una performance spettacolare e adesso possiamo, ecco perché siamo qui. Perché questa canzone? Prima di tutto perché è stata scritta pensando a un palco di simile portata, dove puoi avere diversi elementi. Possiamo interagire tra di noi, possiamo dare alla canzone la rappresentazione che si merita in un certo senso, e poi la canzone rappresenta tutto ciò che siamo in 2 minuti e 59. C’è tutto, tecnicamente parlando, dalla voce bassa al piano, al riff pesante, all’urlo. Musicalmente contiene tutto quello che siamo.

E anche i fuochi d’artificio…

Si, anche quelli. È come dare un biglietto da visita, questi siamo noi, i Lord of the Lost.

Per esempio in uno dei primi singoli, “Die Tomorrow”, avevate un’attitudine più cupa, ora tendente più al glam. È per voi una normale evoluzione oppure una delle diverse facce della band?

Siamo una band variegata, se ascolti ogni nostro album noti che sono tutti diversi tra loro. Chris aveva un libro, Blood & Glitter, un volume fotografico degli anni 70/80 sulle rockstars, il periodo del glam rock. Ci ha presentato questa idea, e abbiamo pensato di realizzare un album con questo concept, anche musicalmente parlando. Non ci piace copiare noi stessi, è stato naturale progredire, evolverci. Abbiamo sistemato tutto con quel particolare album, ora è tempo di fare qualunque altra cosa ci piaccia.

La Germania ha sempre presentato diversi generi musicali, come mai secondo voi è difficile raggiungere buoni risultati?

Credo che sia perché la Germania va sul sicuro. Abbiamo perso, l’abbiamo visto, ma se vai sul sicuro non puoi vincere. Devi correre il rischio, come ha fatto anche quest’anno per esempio la Finlandia. Puoi vincere solo correndo dei rischi, e stavolta la Germania lo sta correndo. E sta pagando, lo vediamo dai complimenti delle delegazioni, del pubblico, vediamo dove arriveremo! La nostra proposta è un po’ come una boccata d’aria fresca. Sai quando sei sempre in casa e appena appena apri la finestra, quella si, è aria fresca, ma stavolta hai spalancato la porta e la respiri tutta.

Come vedete la variegata scena musicale tedesca?

Ci sono molti generi diversi, c’è una larga scena che chiamerò heavy, perché non è solo metal. C’è la musica schlager, che è molto importante in Germania e il rap. Queste sono attitudini molto diverse tra loro, ma penso che sia anche bello mischiare le carte. E negli ultimi anni, non solo in Germania, ma in tutto il mondo, questa miscela è diventata parte di noi, siamo a nostro agio con ciò e ora che il crossover è accettato in tutto il mondo noi siamo a cavallo, non siamo mai stati solo gothic, solo metal, o rock, o glam. Se ci chiamate band metal, definite solo 1/8 dei Lord of the Lost.

E non vediamo l’ora di vedervi dal vivo l’anno prossimo in Italia per suonare dal vivo il 24 marzo.

Esattamente!