Dargen D'Amico

Dargen D’Amico Sanremo 2022 Dove si balla
Esordio a sorpresa per Dargen D’Amico, per la prima volta sul palco dell’Ariston con Dove Si Balla. Un brano con sonorità dallo spiccato sapore dance, ma con un testo ricco di strati e sfumature.

Il cantautorap durante la serata riservata alle cover ha scelto di rileggere e reinterpretare La Bambola, capolavoro di Patty Pravo.

Intervista a Dargen D’Amico, a Sanremo 2022 con “Dove di Balla”

Dargen, cosa rappresenta per te il Festival di Sanremo?

Sanremo rappresenta un evento culturale del paese in cui sono nato e in cui vivo, dal quale non esco dal settembre 2019. Mi ci sento obbligatoriamente molto legato.

L’ho sempre considerato come un’antologia di canzoni che mi forniva un termometro sulla situazione della musica italiana. Io l’ho sempre seguito, fin da quando ero giovanissimo e fino alla metà degli anni ‘90.

Avevo le cassettine, le compilation che mia madre mi portava a comprare. Poi ho perso la testa per la musica Rap e Hip Hop e non vedendo una corrispondenza tra il Festival con il cambiamento che la musica stava affrontando, mi sono un po’ allontanato, per poi tornare gradualmente negli ultimi anni.

Penso che ora ci sia una corrispondenza più vicina a quella che è realmente la musica italiana.

Nel cast ci sono anche tanti ragazzi, rappresentanti del genere urban di cui sei stato un precursore. Come ti senti nei loro confronti?

Sono anagraficamente più maturo, ma poi io credo che il rapporto con questa musica sia sempre molto personale, perché è un genere nel quale confluisce tutto, sia riferimenti più storici che l’attualità.

E’ una musica che mi ha sempre affascinato, sopratutto in anni in cui in Italia erano più legati ai classicismo della canzone, tranne per eventi come gli 883 che alla loro maniera erano molto Urban. In effetti Max ha elementi molto hip hop, un attitudine che lo ha portato a inserire elementi quotidiani nelle sue canzoni.

Tu hai citato Max e mi ricordo della riedizione del 2012 di “Hanno ucciso l’uomo ragno“. Tu eri ospite nella titletrack, quindi in qualche modo hai dato il benvenuto a un progetto di unione tra pop e urban.

L’approccio degli 883 è molto Urban come scrittura, una forma di urban provinciale.

Tornando a Sanremo e al tuo pezzo, si avvertono quelle sonorità degli anni ‘90, ma anche quella volontà di tornare all attitudine di quel periodo, quel “fottitene e balla” che è urlato quasi come un mantra. Per te qual è il significato del tuo brano in gara?

Io sono legato a questo brano perché è stato un’occasione per uscire da un torpore creativo dovuto all’obbligo degli ultimi due anni di chiuderci anche in noi. La musica dance, l’idea di ascoltare una musica ballabile, è diventata quasi una terapia, un modo per cercare di rimettere in movimento il corpo e anche la testa. Non so effettivamente cosa arrivi, però l’idea è quella.

In effetti si avverte molto bene anche il legame con l’attualità, la denuncia della situazione che stiamo vivendo in questo momento, anche in relazione al mondo del live, delle discoteche.

Chi viveva di musica e non era così noto ha dovuto cercare un’altra dimensione per vivere. Ero abituato a fare i miei dischi per poi portarli al vivo. Avevo ritrovato il mio equilibrio che si è interrotto. Per chi non aveva grossi progetti questa situazione ha significato anche cercarsi un altro lavoro, banalmente trovare un altro modo per sopravvivere. Nel brano metto in evidenza anche questa situazione.

Dargen D'Amico Sanremo 2022

Per ‘Dove si balla’ hai collaborato con un team di autori che conosce bene Sanremo. Qual è il valore aggiunto del lavoro Andrea Bonomo, di Gigi Fazio e di Edwyn Roberts?

Se io sono al Festival è merito loro! Sono stati davvero convincenti e mi hanno caldamente invitato a presentare questo brano a Sanremo. Mi hanno convinto dicendo di aver sognato il mio approdo sul palco dell’Ariston e non c’è niente di più convincente di un sogno, quindi ho seguito le loro indicazioni, mi sono fidato ed effettivamente quel brano è stato preso. Bisogna fidarsi degli amici! Andrea Bonomo è stato fondamentale, ha portato un energia vitale in un momento in cui ci stavamo un po’ fermando.

Tornando a Sanremo, io ricordo quello che fu il tuo impegno ad Area Sanremo qualche anno fa. Che ricordo hai di quella esperienza?

Un ricordo molto bello, perché si ascoltavano centinaia di artisti. È stata una fortuna ascoltare la vita di giovani sognanti provenienti da tutta Italia, da tutte le regioni. Ognuno di loro arrivava con un sogno, perché Sanremo spesso lo rappresenta. Un’esperienza bella, ma stressante. Io tendo a legarmi sentimentalmente alle canzoni che ascolto, ho un rapporto speciale che mi rendeva un po’ difficile poi voltare pagina, giorno dopo giorno.

Come mai nella serata delle cover hai scelto di reinterpretare “La Bambola” di Patty Pravo?

Perché nel brano c’é il racconto di un rapporto abusivo, in cui c’è una chiara distorsione del rapporto amoroso. Mi interessava l’idea di riprendere quel brano e descrivere la differenza tra i rapporti amorosi degli anni ‘60 e quelli di oggi.

Nella tua carriera hai lavorato con tanti artisti, cercando sempre un arricchimento. Come mai nella serata delle cover non sarai accompagnato da nessuno?

E’ un atto di responsabilità. Ho in mano quel brano ed è giusto che la responsabilità della rivisitazione sia mia.

📢 Segui iMusicFun su Google News:
Clicca sulla stellina ✩ da app e mobile o alla voce “Segui”

🔔 Non perderti le ultime notizie dal mondo della musica italiana e internazionale con le notifiche in tempo reale dai nostri canali Telegram e WhatsApp.