Mauro Repetto Sanremo

Al Teatro Ariston di Sanremo tutti in piedi a ballare insieme a Mauro Repetto, in scena con la storia degli 883 nello spettacolo “Alla ricerca dell’uomo ragno

“Finalmente ce l’ho fatta, sono sul palco dell’Ariston e non più fuori dal teatro come “stalker” di Jovanotti come quando, da ragazzi, io e Max ci appostavamo qui davanti”. Un emozionato Mauro Repetto si è aperto con il pubblico di Sanremo raccontando la sua storia e, naturalmente quella degli 883, il duo fondato insieme a Max Pezzali con cui ha letteralmente rivoluzionato il pop italiano: liriche innovative, che portavano il gergo giovanile nei testi, una narrazione “da film” che creava storie in musica, melodie che ancora oggi tutti cantiamo.

Non a caso, a parte i coetanei di Mauro (“hey, lo so che avete tutti la mia età, siete sicuramente over 40”, ha scherzato Mauro), in platea e galleria c’erano anche tanti giovani e qualche bimbo, che sapevano i brani a memoria. Il bello dello show è anche quello di trasformare il teatro in un karaoke collettivo sulle note di “Sei un mito“, “Con un deca” (definito da Mauro “un Western pavesino”), “Nord Sud Ovest Est” e altre ancora.

Lo spettacolo, diretto da Maurizio Colombi (celebre in campo musical) e Stefano Salvati (storico regista dei mitici videoclip targati 883), è un po’ cambiato rispetto alla “data zero” della scorsa primavera: sia in qualche dialogo (e curiosità in più), sia nel ritmo (in conclusione vien da dire “già finito“?), mentre naturalmente è stato mantenuto l’impianto innovativo dello show, che per la prima volta usa l’intelligenza artificiale in uno spettacolo dal vivo. Resta intatto l’esordio interattivo col pubblico, al quale Mauro chiede quale siano i loro sogni. Questo, perché appunto, sarà un tema fondamentale della pièce. Prodotto da Raffaella Tommasi per Daimon Film e Sold Out, è stato creato con la collaborazione degli artisti specializzati in “AIClaudio Zagarini e Francesco Siro (vincitore dell’Oscar 2024 all’Aiff di Dubai).

L’AI fa fare al pubblico un tuffo negli anni ’90, nella loro Pavia da cui il sogno è partito. Due adolescenti pieni di creatività, che dopo una Tennent’s scura all al pub hanno dato vita al capolavoro che ha ispirato il titolo dello spettacolo, “Hanno ucciso l’uomo ragno”.
Esilarante quando il Repetto di oggi parla con quello di ieri, che gli dice “ma chi è sto vecchio?“, mentre il giovane Maxartificiale” rincara la dose aggiungendo “ma sei proprio invecchiato male!

Nello spettacolo di Repetto c’è tanta ironia, ma anche nostalgia. Per i tempi che furono, la spensieratezza di quegli anni, le avventure vissute. Il sogno dei due ragazzi era quello di arrivare corte del “conte” Claudio Cecchetto, con diversi famosi “cortigiani” tra cui Linus e Amadeus.

Una carriera iniziata con la famosa “gavetta”, tra tentativi, critiche da parte delle case di edizioni, bocciature, silenzi e, poi, la consacrazione nell’Olimpo della musica leggera italiana.
A proposito di Sanremo, Repetto ha raccontato che nel 1995 Fiorello cantò “Finalmente tu” (scritta appunto dagli 883), che era nata in versione inglese con un titolo francese, “Mon doux coeur“. “Secondo me – ha detto Mauro con una battuta – oggi spaccherebbe a livello internazionale. Qualcuno ha il numero del manager di Beyoncé che gliela mandiamo e poi ci smezziamo i guadagni“?

Poi, a un certo punto, la scelta di Mauro di allontanarsi dal gruppo: “giustamente Max imparava a fare il frontman, io ero un passo indietro a fare i balletti, ma va bene così. E poi volevo andare in America“.

Commovente il momento in cui, emozionato, Repetto racconta la genesi della struggente “Gli Anni“, l’ultimo brano scritto insieme, “nato pensando a quando da ragazzo cenavo in famiglia guardando “Happy Days”. Ora c’è l’intervallo, ci vediamo dopo, scusate ma non riesco a cantarla“. E, subito dopo, durante la pausa, il teatro ha intonato il brano in un grande coro.

La storia prosegue tra la ricerca della musa ispiratrice, una ragazza immaginaria di nome Brandy, la voglia di sfondare nel mercato americano e poi la vita attuale a Parigi, con la sua famiglia.
Filo conduttore dello spettacolo, la presenza dell’Uomo Ragno, personaggio leggendario che alla fine gli regala un insegnamento: “il vero sogno e la vera felicità non è essere un supereroe, ma affrontare le difficoltà quotidiane della vita con il sorriso”.

Alla ricerca dell’uomo ragno” continua il suo viaggio in tutta Italia, in diverse città di Piemonte, Toscana, Veneto, Lombardia (per esempio Milano e Gallarate) ma anche Roma e altre ancora. Qui il calendario e Qui il link per l’acquisto dei biglietti.

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