Giovanni Nuti Alda Merini

Intervista a Giovanni Nuti, che il prossimo 4 novembre al Teatro Elfo-Puccini di Milano renderà omaggio ad Alda Merini e Giorgio Manganelli.

Ad accompagnare Giovanni Nuti sul palco ci sarà la band composta da José Orlando Luciano (pianoforte e tastiere), Tia Airoldi (chitarra), Simone Rossetti Bazzarro (violino), Raffaele Kohler (tromba), Carlo Giardina (basso) ed Emiliano Oreste Cava (batteria e percussioni).

Inizio concerto ore 21.00. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti scrivendo a segreteria.associazione@aldamerini.it (massimo 2 persone per prenotazione).

Ai partecipanti verrà richiesto di diventare Amici dell’Associazione Alda Merini con una quota d’iscrizione di almeno 10€ ciascuno secondo modalità che verranno specificate dopo la prenotazione all’evento.

Giovanni Nuti canta Merini e Manganelli, l’intervista

Giovanni Nuti, il concerto Usa la tua pazzia rende omaggio ad Alda Merini e a Giorgio Manganelli. Cosa l’ha spinta a unire i testi di questi due grandi poeti italiani in un progetto musicale?

Merini e Manganelli sono stati uniti nella vita da un legame molto speciale. Manganelli, allora giovane professore di 26 anni conobbe Alda Merini sedicenne nel salotto letterario di Giacinto Spagnoletti e fu conquistato dal suo talento precocissimo. Ne nacque una relazione intellettuale – Manganelli è stato il mentore di Alda – e sentimentale, che è durata, tra abbandoni e riprese, per più di 5 anni, tra il 1947 e il 1953, quando Manganelli, che era sposato con una figlia, incapace di scegliere, le lasciò entrambe e “fuggì” a Roma in lambretta (come raccontò Alda). Manganelli è stato poi importante per rilanciare Alda Merini, quando dopo 15 anni di manicomio, era stata dimenticata dai grandi editori. Scrisse la prefazione di L’altra verità. Diario di una diversa di Alda e ne aiutò la pubblicazione, rilanciandone la carriera letteraria. Alda mi aveva presentato la figlia di Giorgio Lietta, che mi ha proposto di musicare le poesie del padre: “Solo tu puoi farlo”, mi ha detto. Io le ho trovato subito congeniali, anche se il suo stile è molto diverso da quello di Alda e ho cominciato a trasformarle in canzoni. Alda mi aveva inoltre dettate alcune poesie dedicate a Manganelli e ho pensato di musicare anche queste per arricchire e completare il progetto. Stiamo ultimando un album e ne sono molto soddisfatto. Gli arrangiamenti e la produzione artistica sono di Josè Orlando Luciano.

Il brano Lo Pterodattilo Giovanni anticipa un album dedicato a Manganelli. Come ha scelto le poesie di questo autore e qual è il significato di questo brano per lei?

Ho scelto le poesie di Manganelli non seguendo particolari criteri, ho selezionato quelle che mi ispiravano maggiormente. Il brano “Lo pterodattilo Giovanni” è uno dei testi più originali e surreali. Lo pterodattilo è un animale preistorico che vive tutto il disagio della modernità. Manganelli lo ha chiamato Giovanni, forse perché sapeva che l’avrei musicato io. È un essere arcaico, viscerale che si sente fuori luogo e fuori dal tempo. Per me rappresenta anche una sorta di ribellione, una scelta di libertà. Un invito ad essere fuori dal branco, a volare alto.

Lietta Manganelli ha sostenuto questo progetto e contribuito alla scelta delle poesie. Quanto ha influito il suo coinvolgimento nella realizzazione di questo omaggio?

Lietta mi ha aiutato e sostenuto raccontandomi aneddoti della vita di suo padre 

Alda Merini ha definito il vostro sodalizio un “matrimonio artistico.” Quali sono le emozioni più intense e i ricordi più cari legati alla vostra collaborazione?

Il mio rapporto con Alda Merini è stato un viaggio straordinario fatto di pura ispirazione e condivisione creativa. Con lei ho collaborato per sedici lunghi anni. Alda diceva che per musicare un poeta bisogna viverlo, conoscerlo nella quotidianità. E certamente il nostro sodalizio presupponeva una sintonia e una comunicazione profonda, non un semplice rapporto intellettuale. Oserei dire che tra di noi c’era una vera e propria connessione di anime. Poesia e musica hanno radici nelle emozioni e nei sentimenti. Quando le note e i versi diventano una canzone, diventano una cosa sola, si fondono in un’alchimia che li trasforma e li potenzia arrivando al cuore di chi ascolta. Per questo Alda diceva che, con la mia musica, i suoi versi potevano arrivare anche a chi non entrerebbe mai in una libreria a comprare un libro di poesie.

Il nostro rapporto era fatto anche di molta quotidianità. Ricordo le nostre passeggiate sui Navigli in cui si discorreva di tutto e di niente alla ricerca di un caffè o di una coca-cola ghiacciata. Alda si fermava a parlare con i bottegai, i senzatetto, i baristi, che conosceva ovviamente uno per uno. E ci fermavamo a guardare i giocattoli, che spesso mi regalava, o i bijoux, colorati e vistosi, che Alda adorava, sempre con l’immancabile sigaretta accesa. Alda fumava dappertutto, soprattutto dove non si poteva farlo, come la sacrestia del Duomo di Milano prima del nostro “Poema della croce” o sul palco del Teatro Strehler per la disperazione dei vigili del fuoco.

Durante il concerto ci sarà un omaggio speciale a Milva. Cosa rappresenta per lei questo momento e cosa significa per lei ricordarla in questa occasione?

Milva è stata la prima a credere nel mio progetto di musica e poesia con Alda Merini. Da 11 anni non incideva più in Italia quando nel 2004 incise l’album Milva canta Merini e insieme lo presentammo al Teatro Strehler di Milano e in Italia e in un lungo tour in Germania nei principali teatri tedeschi. Un’esperienza fantastica per me in cui potei ammirare la sua professionalità, la sua dedizione all’arte, oltre naturalmente alle sue straordinarie doti vocali e di interprete. Così eclettica come non ce ne sono mai state in Italia: poteva cantare La filanda o Brecht, i canti della Resistenza e del lavoro o Battiato, i tanghi di Piazzolla o le canzoni francesi, sempre con intensità e credibilità. È stato un onore immenso per me che lei abbia scelto e interpretato le mie canzoni come pure starle accanto sul palcoscenico. Abbiamo inciso anche alcuni duetti e durante il concerto proporrò un duetto virtuale con lei, interpretando il brano su versi di Alda “Gli inguini”.».

Dario Gay sarà ospite speciale della serata. Com’è nata questa collaborazione e cosa porterà al concerto la sua presenza?

Dario è un bravissimo cantautore e un amico da molti anni. Abbiamo scritto alcune canzoni insieme ed è stato molto importante anche perché ha fatto ascoltare le mie canzoni “meriniane” a Milva e gliene sarò sempre grato. Ha partecipato, insieme ad altri 28 artisti ospiti a “Il muro degli angeli”, il doppio album di duetti che è contenuto nel cofanetto “Accarezzami musica – Il canzoniere di Alda Merini”. Il 4 novembre proporremo il brano con i versi di Alda che abbiamo inciso insieme: “Il depresso”.

Il titolo dello spettacolo è tratto da una poesia di Manganelli. In che modo interpreta l’invito a “usare la propria pazzia,” e come pensa che questo tema possa risuonare con il pubblico?

Nella poesia Manganelli dice di utilizzare tutti i “materiali” della nostra vita per costruire la nostra immaginazione, anche il dolore può essere usato come un mattone, anche la pazzia. E in fondo anche Alda ci ha insegnato che anche la più profonda sofferenza psichica può non rimanere chiusa in sé stessa, può trasformarsi in creatività, in poesia. Alda mi ha insegnato ad apprezzare ogni momento della vita, le piccole cose come anche i dolori. È l’esperienza del dolore che ci fa crescere e che ci fa apprezzare di più la gioia. Lei diceva che voleva essere ricordata come la poetessa della gioia. Lei aveva superato le esperienze terribili del manicomio perché della vita era riuscita ad amare tutto anche il suo inferno.

Dopo il concerto e l’uscita di Lo Pterodattilo Giovanni, quali altri progetti possiamo aspettarci dal suo lavoro in omaggio a Merini e Manganelli?

Questo concerto a favore dell’Associazione Alda Merini che fa parte del Festival A Casa di Alda Merini nel quindicesimo anniversario della sua scomparsa, è l’anticipazione di un album che sto ultimando in cui ho musicato le poesie di Giorgi Manganelli ma anche alcuni inediti di Alda dedicati a Giorgio e anche alcuni delle primissime poesie di Alda.

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