Paolo Meneguzzi da Ibiza pubblica un nuovo video per chiarire ulteriormente il suo punto di vista e chiudere il dissing con J-Ax.
“Ciao Alessandro,
Sono davvero contento che per te la rissa sia finita, perché per me non era mai iniziata.
Tutto è partito da un articolo su un mio parere soggettivo durante un’intervista, non un attacco diretto a te.
Quindi ora possiamo parlare di musica? Bene perché di questo volevo parlare.
Amo la musica, vivo di musica da anni, tanti, tantissimi ormai Alessandro, come te. tutti e due ne abbiamo viste di cose. Concerti strepitosi, altri più o meno. Chi se ne frega. È questa la fortuna del nostro lavoro.
Quindi parliamo di noi e della musica.
Ti chiedo scusa in anticipo, te l’
Ho già detto, io la musica la vivo e l’amo, quindi mi perdonerai e lo faranno tutti che la risposta te la leggo.
Ho voluto prendermi il mio tempo e fissare la risposta, perché la musica merita rispetto
Dai partiamo.
E inizio con il ringraziarti dell’invito ai tuoi fans di smettere di scrivere sulla mia pagina insulti e commenti pesanti, ovvio che questo vale anche per i miei.
Ragazze e ragazzi. Stop . Davvero. So che è affetto e ne avete dimostrato tanto, ma me la cavo.
: Sono quasi 30 anni che sento le stesse critiche su di me, ho le spalle talmente larghe che qualsiasi insulto mi scivola addosso senza lasciare effetti collaterali. . Ho dormito sonni tranquilli, come sempre.
Ho detto solo quello che penso, e quando uno dice quello che pensa può’ piacere o no, ma diventa sempre un motivo di discussione e di crescita, questo sempre, con chiunque tu abbia a che fare.
Anche con un bambino. Anzi spesso di più’ con un bambino.
Per la musica ho sempre la stessa gioia del bambino, anche se ormai sono cresciutello, un ragazzo che da 30 anni gioca nella serie a della musica, tra successi o insuccessi, momenti si’ e momenti no tra hit da primi posti e come giustamente dici anche tu Alessandro, canzoni che credevo avrebbero spaccato e poi non l’hanno fatto.
Oggi ho deciso di giocare sempre in serie A ma di cambiare ruolo, non vedo più’ in me il grande progetto POP come lo immaginavo su di me ai tempi, e quindi mi sono messo a fare l’allenatore. Quindi e’ nata la mia accademia la POPMUSICSCHOOL,.
Vorrei trasmettere, come hai detto tu, ideali, e vorrei riuscire a trasmettere di fare musica con un certo tipo di approccio e di mentalità’.
Ti è piaciuto che parlassi degli articolo 31 ma è ’ molto significante. Ci sono alcune tra le mie origini Dicendo articolo 31 citi un’epoca, un luogo, un come, un quando e un con chi. Esattamente come dire la cassettina di radio deejay o le all star o il bomber.
Ma come lo e’ anche Paolo Meneguzzi, per il suo pubblico, siamo brand a cui associ un’epoca, i primi amori, le sensazioni dell’adolescenza.
Insomma storie e carriere diverse ma parallele.
Ma perché’ diventa importante quell’epoca, proprio perché’ l’hai detto tu, gli ideali, eravamo 20 enni, avevamo l’energia e forse anche l’incoscienza, di voler dire la nostra e di spaccare il mondo.
Non credo onestamente che tu immaginassi di scatenare questa bufera con il tuo post, credo di più’ che come hai ben detto ego riferito, tu pensassi di affondarmi con un tuo messaggio e che bastasse. Ma poi ti sei incontrato con un problema reale, che alle persone oggi sta sulla pelle o in gola e che nessuno affronta. Anche per paura di essere tagliato fuori.
Quando ti ho scritto che mi è piaciuto vedere nella tua canzone contro di me il vecchio jax lo dico seriamente.
Arrabbiato, ironico, vero. Mi hai riportato ai vecchi tempi. Ho sorriso Ho apprezzato anche le parole di fuoco usate per puro divertimento, e alle quali spero non ci sia nulla di personale. Se non sfotto’.
Tu dici che non esistono canzoni a tavolino, bhe dal mio punto di vista non e’ assolutamente vero. Direi che tutto e’ a tavolino. Non dobbiamo far credere al pubblico che non sia cosi’. Attenzione non sto dicendo che non vi sia arte, comunque, ma comunque il tavolino c’e’.
Poi ci sono canzoni a tavolino che hanno arte e altre no o molto poca.
E te lo documento.
Il pop, il perlopiù’ del pop oggi e’ fatto di canzoni scritte a tavolino, con uno schema e gli schemi sono tutti uguali.
Strofa e ritornello, strofa e ritornello ricalcano ancora l’epoca della nascita del POP, yellow submarine dei Beatles, quello e’. Le canzoni POP potrebbero durare anche 2 minuti in realtà’ poi c’e’ chi per allungare ha voluto aggiungere la parte special e quindi oggi non bisogna comunque superare i 3 minuti o 3 minuti e mezzo, altrimenti stufi, annoi o le radio non ti mettono. Ecco che con 2 elementi stiamo già’ parlando di costruzione a tavolino. E non abbiamo ancora iniziato a scrivere, che già’, molte volte, si decide il produttore musicale.
In Italia, ai tempi con produttori monumentali come Celso Valli o Fio Zanotti per arrivare a oggi che tutti vorrebbero Charlie Charles o Simonetta.
Ma la differenza che una volta li pagavi e potevi averli i grandi produttori e affiancarli ai giovani. Oggi no, oggi c’e’ il privilegio di quelli che fanno parte di un giro o di un certo tipo di popolarità’ perché’ anche questi se la menano e non lavorano più per rischiare di sputtanarsi con i nuovi talenti, nemmeno se li paghi.
E qui Caro Alessandro arrivo al punto, e tu l’avrai già’ capito a questo punto, dov’e’ il punto.
Ma lo spiego al pubblico.
Tu dici che non esistono canzoni a tavolino e ti sei offeso a morte, ci sta e’ la tua idea. Non la mia infatti guarda caso gli autori e i produttori di disco paradise sono gli stessi di:
2 vite di Mengoni, Tango di Tananai, Mon amour di Annalisa, notti in bianco di Blanco, Crisi di stato di Fedez, Made in Italy di Erosa Chemical quindi di cosa stiamo parlando?
Di pop che non e’ a tavolino ?
Voglio chiarire una cosa, non e’ che tutte queste io le considero marchette.
Ma diciamo che il tuo discorso un po’ troppo romantico va a cadere.
Quindi io non ci trovo nulla di cosi’ tremendo nella marchetta se poi ci metti una ricerca di identità’ un messaggio nel testo, una faccia o una voce importante, musicisti importanti, tecnici importanti, studi importanti, bhe si somma arte su arte e il progetto diventa di qualità’.
Non mi sorprende per niente che dietro un progetto pop ci sia un grosso investimento come c’e’ stato su di me
vai a vedere come e dove e’ stato fatto vero falso. Mixato negli studi MEtropoilis di Londra con Matt howe che ha vinto i grammy award con laureen hill. quindi prima di parlare di vero falso il pubblico si dovrebbe un filo informare su cosa ci sia dietro vero falso. e comunque avevo 25 anni.
Si’ ero priorità’ warner in america con Madonna e alloraaa? come dicono gli articolo…. ma come c’e’ un grosso investimento su justin bieber o come c’e’ su myles cyrus, dove sta il problema? Quando poi ascolti il disco, senti chi canta, come e’ registrato, da chi, e senti subito i problemi di un autoproduzione e capisci cosa significa e dove sta la differenza! Ed e’ una grossa differenza e credo tu lo sappia bene. Per questo lo dico per il pubblico.
Il problema non e’ la costruzione artistica di un progetto pop il problema e’ quando ci si avvicina di molto all’intrattenimento che allora si perde l’arte.
Tu dici evviva che non ci sono più’ i grandi papponi produttori, e allora spiegami perché’ arriva l’autore o il produttore famoso di turno e gli si crea una lobbie intorno, non si ascolta più’ nessuno e funziona solo quello che fa quello?
E qui mi allaccio a un discorso un po’ tecnico.
L’Italia e’ un mercato importante discograficamente ma non cosi’ grande da non poter essere manipolato.
Cosa intendo per manipolato, intendo che un grosso investitore o qualcuno che ha un grosso potere che crea engagement, se si dedica alla musica può’ riuscire a muovere il flusso e determinare le mode della musica.
Il problema e’ quando il produttore non investe con un concetto di pop di qualità’. Perché’ forse non sa cosa significhi. Allora bisogna che glielo spieghiamo. Chi non ha questo bagaglio di esperienza non lo può’ immaginare e noi dobbiamo salvaguardarlo. Perché’ prima di noi lo facevano.
E torno al discorso delle autoproduzioni fatte in casa e mixate in casa in 2 ore con produzione mix e master prodotto finito.
Tu pensi che i Cold Play fanno un disco in 2 ore fatto in casa? O che il nuovo singolo dei BTS lo abbia fatto nella sua cameretta l’amico del cantante? Guarda che siamo a questi livelli eh?
E credo che noi 40enni 50enni dobbiamo aiutare i ragazzi. I giovani. e inculcargli questa mentalità’.
A me spaventa molto che in Italia, i vertici discografici, le radio, non ascoltino più’ la musica, che guardino i follower, che non sentano le esigenze dei giovani, che se ne freghino della qualità’, che ti dicano non e’ importante che canti bene, l’importante e’ che sia trap, che dica parolacce, che se ne freghino di chi li ha suonati, di come sono stati suonati, dove e da chi. Questo e’ non amare gli artisti.
Una volta era importante e credimi faceva la differenza nel POP perché’ non si sentiva ma si ascoltava la musica. Sembra che dobbiamo ridurci noi 40 enni a parlare come parlano i giovani per arrivare ai giovani. dai vai, prendi cash, porta vax, prendi il mix party dance.
Ma il senso?
Non suona da marchetta?
Il fatto che le auto produzioni fatte in casa di scarsa qualità’ diventino uno standard e’ molto grave. Non tanto per il pubblico che il pubblico si prende quello che gli dai ma perché’ il pubblico si perderà’ un sacco di cose belle, di crescita e di sperimentazione, fatta da talenti e da giovani talenti.
Questo non fa bene al POP e non fa bene alla musica o al futuro della nostra musica e dei nostri giovani.
Infatti all’estero queste autoproduzioni non esistono se non in rarissimissimi casi ma non parliamo di pop.
Ci deve essere una selezione, e quando la scelta viene fatta perché’ si trova un’idea, un talento, un fenomeno, bisogna che questo sia prodotto con la massima cura, affidandogli un team adatto a lui, personale e che lavori per lui, perché’ diventi un esempio importante, che abbia delle fondamenta, con un suono suo, riconoscibile, dove tutto sia curato, deciso e protetto. Questo e’ il POP.
Altrimenti sai cosa succede?
Che oggi potrebbe esserci la nuova imagine, buttata la’ in un angolo di YouTube e nessuno se ne accorgerebbe. Per 2 diversi motivi:
Uno perché chi deve non ascolta più la musica e 2 perché’ chi l’ha scritta pensa di poter fare un autoproduzione e farsela da solo.
Tu vuoi che accada? io No per niente. Io amo la musica.
Per questo faccio l’allenatore. Per questo ho dedicato 6 anni ad un film musicale , stars, che finalmente a settembre uscirà.
Per questo produco talenti che ogni anno cerco.
Perché amo la musica
E Sono sicurissimo che la ami anche tu.
Adesso se non fosse che poi mi accusano di ricerca di visibilità ti inviterei alla prima mondiale di Stars, ma poi sai come sono i social e gli Haters 🙂
Ma dato che eri nella cassetta che ascoltavo, se vuoi ti mando un link in privato.
Perché è stato bello discutere con te e risvegliare un dibattito che spero che possa smuovere qualcosa.
Quindi un parere tra musicisti è sempre ben accetto.
Ciao Alessandro. Grazie di questo angolo di estate.
Mi sono divertito”
Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.