Il presidente di Confcommercio di Sanremo, Andrea Di Baldassare, teme lo spostamento del Festival per l’impatto economico che avrebbe su turismo e attività locali.
Le recenti dichiarazioni provenienti da ambienti Rai e discografici hanno fatto scattare l’allarme tra le attività commerciali di Sanremo. Se da un lato non si prevedono grandi cambiamenti per il prossimo Festival, dall’altro le “sirene” da Roma parlano di malumori legati ai costi della kermesse e all’accoglienza nella città dei fiori, giudicata “troppo cara” per chi vi soggiorna durante la settimana sanremese.
A prendere posizione è il presidente di Confcommercio, Andrea Di Baldassare, che a Sanremonews esprime la preoccupazione di un intero comparto economico: “Eravamo tranquilli dopo la presentazione della manifestazione di interesse, mentre le ultime dichiarazioni della Rai ci lasciano perplessi. Speriamo sia una boutade per trattare quanto richiesto dal Comune”.
La posta in gioco è altissima: il Festival rappresenta la principale fonte economica dell’inverno per l’intera città e la provincia. Secondo Di Baldassare, uno spostamento della manifestazione sarebbe “un disastro economico”, non solo per Sanremo ma per tutto il Ponente ligure. “Il Festival crea economia in tutto l’imperiese, ma anche alla Rai, che nell’ultima edizione ha incamerato 60 milioni di utile”, ricorda.
Il presidente di Confcommercio non fornisce numeri precisi, ma ribadisce con forza che senza il Festival bar, ristoranti, alberghi e negozi si troverebbero in grave difficoltà. “Pensate se tutte queste attività chiudessero in inverno: sarebbe assurdo. Il Festival mantiene viva Sanremo tutto l’anno”.
C’è anche chi teme una chiusura a catena delle attività: “Non so se si arriverebbe a tanto, ma sarebbe un vero e proprio terremoto economico. Rischieremmo una città deserta nei mesi invernali”.
Infine, un consiglio all’amministrazione comunale in vista delle trattative con la Rai: “È stata fatta la scelta giusta per la città, senza danni economici per viale Mazzini. Ma da imprenditore valuterei anche l’ipotesi di altre emittenti interessate al Festival, che è un marchio di proprietà del Comune di Sanremo”.
Il messaggio è chiaro: il Festival non è solo uno show televisivo, ma il cuore pulsante dell’economia di Sanremo. E perderlo significherebbe compromettere l’identità stessa della Città dei Fiori.

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