Giuni Russo

Sono passati diciassette anni dalla prematura scomparsa di Giuni Russo, cantautrice di indubbio e trasversale talento. Vocalità incredibile e potente, grazie alla sua straordinaria estensione è riuscita a cambiare più volte registro, mostrandosi estremamente versatile, capace di evolversi continuamente.

Nata a Palermo il 7 settembre del 1951, comincia a respirare musica sin dai primi vagiti, sviluppando la propria attitudine al canto. A soli sedici anni si aggiudica la vittoria del Festival di Castrocaro interpretando “A chi” di Fausto Leali. Dato il successo, l’anno seguente debutta al Festival di Sanremo con lo pseudonimo di Giusy Romeo e il brano No amore.

Nonostante il testo scritto da Vito Pallavicini e la musica firmata da Paolo Conte, Enrico Intra e Mansueto Deponti, il pezzo non accede alla serata finale, riscuotendo scarso successo a livello di vendite, così come i successivi singoli. Nel ’69 incontra la scrittrice Maria Antonietta Sisini, che diventerà la sua storica co-autrice e produttrice, con cui realizzerà tutti i suoi più grandi successi.

Fatale è l’incontro con Franco Battiato, grazie a lui trova finalmente la sua giusta dimensione artistica. Nell’estate del 1982 incide Un’estate al mare, sicuramente la sua canzone più nota a livello popolare, una delle poche hit estive in grado di resistere nel tempo.

Seguono anni importanti, canzoni che ottengono un buon riscontro commerciale, grazie alle molteplici partecipazioni a programma televisivi come il Festivalbar, Vota la voce, Azzurro Un disco per l’estate. Tra i pezzi che raggiungono positivi piazzamenti in classifica, ricordiamo: Una vipera sarò, Mediterranea, Limonata cha cha cha ed Alghero, altro suo indiscusso cavallo di battaglia.

Tenta di tornare più volte a Sanremo, ma ci arriva sempre piuttosto vicina, collezionando diverse esclusioni in extremis, tra cui nel 1984 (candidatura sostituita dalla sua casa discografica in favore di Patty Pravo), nel 1994 bocciando La sua figura (il suo pezzo in assoluto più bello) e nel 1997 con Morirò d’amore, canzone che verrà invece accettata sei anni più tardi, quando nel 2003 calca per la prima volta il palco dell’Ariston a ben trentacinque anni di distanza dal suo debutto al Festival.

Si classifica al settimo posto, ottenendo il premio come miglior arrangiamento, dimostrando ancora una volta tutta la sua classe. Ci lascia prematuramente un anno e mezzo dopo, a soli cinquantatré anni, stroncata da un cancro contro il quale combatteva da tempo.

Elevatezza e sperimentazione, questi i due elementi che hanno contraddistinto gran parte della vita di Giuni Russo, eclettica e raffinata cantautrice in grado di raggiungere i vertici delle classifiche mantenendo la sua innata eleganza, oltre che la grande capacità di utilizzare la voce come un vero e proprio strumento. Di lei ci restano momenti ed episodi di considerevole valore artistico, a noi il compito di custodirli e tramandarli alle generazioni future.

Le canzoni più belle di Giuni Russo

  • Una vipera sarò (1980)
  • L’attesa (1981)
  • Crisi metropolitana (1981)
  • Lettera al governatore della Libia (1981)
  • Tappeto volante (1981)
  • L’addio (1981)
  • Atmosfera (1981)
  • Un’estate al mare (1982)
  • Bing bang being (1982)
  • Good good bye (1983)
  • Post-moderno (1983)
  • L’oracolo di Delfi (1983)
  • Sere d’agosto (1983)
  • Buenos Aires (1983)
  • Mediterranea (1984)
  • Limonata cha cha cha (1984)
  • Le contrade di Madrid (1984)
  • Babilonia (1984)
  • Keiko (1984)
  • Alghero (1986)
  • Sogno d’oriente (1986)
  • Occhiali colorati (1986)
  • Illusione (1986)
  • Adrenalina (1987) con Donatella Rettore
  • Mango, papaia (1987)
  • Inverno a Sarajevo (1987)
  • Il canto dei lillà (1987)
  • Ragazzi al lunapark (1987)
  • A mezzanotte (1988)
  • Amala (1992)
  • Alla spiaggia dell’amore (1992)
  • Se fossi più simpatica sarei meno antipatica (1994)
  • Strade parallele (aria siciliana) (1994)
  • Oceano d’amore (1994)
  • La sua figura (1994)
  • Gabbiano (1997)
  • Amore intenso (2003)
  • Moro perché non moro (2003)
  • Una rosa è una rosa (2003)
  • Morirò d’amore (2003)

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