Mauro Repetto Intervista.
Mauro Repetto è tornato e la pubblicazione del libro Non ho ucciso l’Uomo Ragno gli permette di raccontare la sua verità; in un’intervista un’approfondimento sul suo percorso, a oltre trent’anni dall’esordio discografico.
Intervista a Mauro Repetto, il libro “Non ho ucciso l’Uomo Ragno”
Mauro è un piacere ritrovarti. Noi ci siamo conosciuti ormai un po’ di anni fa, era a Parigi, Teatro Essaion nell’aprile 2012. Tu recitavi in uno spettacolo che, in un certo modo, ha dato il via a diversi progetti…
Nella vita esiste più di un fil rouge. Devo dire che la mia passione per il teatro si lega al libro e a un progetto di musical al quale sto lavorando. Non ho ucciso l’Uomo Ragno, potrebbe diventare un musical e girare tutti i teatri italiani in compagnia di Célie Angelon, cantante sublime parigina, e Marco Guarnerio, responsabile del suono degli 883, a partire da Non me la menare.
Quindi potrebbe essere un’avventura che potrebbe svilupparsi in maniera più strutturata e itinerante in tutti i teatri italiani, come abbiamo mostrato sul palco di Ferrara durante Imaginaction.
Sarebbe davvero bello se la storia di due ragazzi di Pavia diventasse anche un musical.
Dal 1995 fino al 2012 in Italia non ti sei più visto. Poi ci fu il videoclip di Sempre Noi, alcuni testi per Max. Poi Bibione e San Siro..
Allora, partiamo da Bibione, che era la data zero del tour negli stadi di Max. Fin da quando sono arrivato in albergo ho cercato di conquistare l’interesse di Max esattamente come al Liceo Copernico la prima volta che l’ho visto.
Da Bibione a San Siro ci siamo sempre guardati negli occhi, sghignazzando molto. Non siamo mai risultati forzati, nonostante fossimo consapevoli di non essere più i compagni di banco di un tempo.
Io credo comunque molto anche nelle coincidenze, visto quello che accadde quell’8 giugno del 1990…
Quel giorno si aprivano i Mondiali di Calcio in Italia, con, a San Siro, il match inaugurale tra Camerun e Argentina. Io e Max eravamo lì, insieme, arrampicati sul terzo anello. Quel giorno un outsider, Omam-Biyik, segnò e gli africani vinsero contro i campioni del mondo uscenti. A San Siro eravamo proprio così.
Nel tuo percorso c’è anche quel disco solista del 1995, Zucchero Filato Nero, che, riascoltandolo oggi, aveva delle idee interessanti.
Quello era proprio un disco che poteva spaccare tutto a New York. Quando ci lavorai eravamo nell’epoca di Tupac Shakur, Notorious B.I.G. Il rap era newyorkese. Io produssi un disco per un gruppo che avrebbe potuto spaccare tutto, ma le cose andarono male per una serie di motivi. Quindi mi ritrovo con questo album che avevo prodotto sotto le ascelle, lo porto a Milano, lo traduco in italiano in qualche giorno sul divano del salone dei miei genitori a Pavia.
Quel disco era una figata se suonato in America e cantato in inglese. Rappato in italiano… molto meno. Ero deluso, sfiduciato. Comunque sono d’accordo con te. Zucchero Filato Nero poteva essere un bel progetto, ma con delle prerogative diverse.
Credo fosse sbagliata anche la scelta del singolo, la partecipazione a Un Disco per l’Estate. Baciami Qui non era proprio un capolavoro. My Love sarebbe stata molto meglio. Tra l’altro è interessante anche riascoltata oggi.
Hai ragione, My Love era di una bellezza incredibile, però io non avevo più la testa per la musica. Non avevo più la testa all’Italia, quindi non ero più concentrato su quello. Volevo andarmene e ricominciare da zero.
A Imaginaction abbiamo ripercorso anche la storia della VHS di Nord, Sud, Ovest, Est. Non oso immaginare quanti aneddoti avresti da raccontare…
Sì, è incredibile rivedere delle immagini che non mi ricordavo. In quella VHS ci sono anche i video di Pappagallo, Cumuli, pezzi che quasi non ricordavo più. Quanti ricordi! Un vero e proprio bagno di emozioni sensoriali.
Nei primi due album degli 883 c’era davvero la vita di tutti, quella di provincia, che è difficile da spiegare e impossibile da tradurre.
È vero, quello che io e Max abbiamo raccontato è un piccolo mondo antico, che era anche così palpabile, così presente. E’ nei nostri ricordi perchè rappresentava il quotidiano. Allora ascoltavi Tutto il calcio minuto per minuto con la tua ragazza e quasi ti esaltavi per un gol del Genoa contro l’Empoli. Oggi è cambiato tutto, ma sono fiero di aver contribuito a raccontare quel periodo. Le nostre erano le storie di due ragazzi irrisolti, che hanno conquistato milioni di ragazzi che faticavano a trovare il loro spazio.
Durante la preview del tuo show a Imaginaction c’è stato un vero e proprio bagno di folla, anche dopo lo spettacolo. Sorprende, poi, la presenza di tanti giovani.
Sai che forse le cose rispetto a 30 anni fa non sono poi cambiate così tanto? Allora non c’erano i cellulari, i social, ma anche oggi in tanti si sentono irrisolti.
Il tuo essere un vulcano di idee lo si evince anche dai tuoi progetti degli ultimi anni. Teatro, fiction, ma anche musica, con il progetto Another 24.
Esattamente. Quel progetto lo vedo come una palestra, una sorta di allenamento prima di ricominciare e prendere in mano i miei nuovi progetti. Rocky si allenava con i quarti di bue, io… con i progetti. In queste settimane poi mi sento molto carico. Marco Guarnerio e Célie Angelon mi daranno davvero la possibilità di creare qualcosa di unico e straordinario.
C’è tanta voglia di musica, c’è tanta voglia di fare qualcosa e si vede!
Spero di poterti nuovamente incontrare presto anche per parlare di tutto, di quelli che saranno anche i nuovi progetti, ma sai cosa mi sorprende? E’ l’affetto che anche i media ti stanno dimostrando in questi giorni.
Lo avverto. Tutti hanno capito che io non ho mai barato. Ho sempre fatto quello che sentivo, anche quando ballavo come Janet Jackson dietro a Max. Adesso invece ho le idee chiare e sono proiettato sull’idea del musical.
Ho un consiglio da dare a tutti. Non potete fare bene tutto, non si può fare bene tutto, a volte le cose si fanno con mediocrità, ma va bene così. Arriverà il momento in cui vinci. Se non bari, poi ce la fai. Sempre.
Io ho giocato e continuo a giocare. Quando è così ti capitano tante occasioni, puoi sbagliare tanto, ma prima o poi la metti dentro e fai goal!
Video intervista a Mauro Repetto

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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