Mauro Repetto

E’ andata in scena al Teatro Serassi di Villa D’Almè (Bg) la prima di Alla ricerca dell’Uomo Ragno, lo spettacolo che vede il ritorno sul palco dell’ex 883 Mauro Repetto.

Il tour prevede un’anteprima primaverile, per poi toccare le principali città italiane a partire dall’autunno. Le prossime date sono il 9 maggio Crema, il 18 maggio Bollate (MI) e il 20 maggio Firenze. I biglietti sono già in prevendita online e nei punti vendita autorizzati. Qui il link per l’acquisto.

“Nello spettacolo ci saranno tante canzoni con chitarra e voce, insieme a Marco Guarnerio, arrangiatore storico degli 883. Ci saranno canzoni degli 883, ma anche di Bon Jovi, perché in fondo, da provinciale che era di fronte all’impero di Milano, ho sempre immaginato che artisti come Bon Jovi, Bruce Springsteen e Tom Waits fossero dei provinciali di fronte all’impero di Manhattan o di New York. Poi ci sarà anche Maklin, una cantante molto forte che farà con la sua voce strepitosa delle canzoni ad esempio di Aretha Franklin.”

Intervista a Mauro Repetto

Sei reduce dalla prima di “Alla ricerca dell’Uomo Ragno”, come è andata?

La prima è andata benissimo, con il teatro quasi pieno. Gli spettatori hanno condiviso con me la gioia di cantare le canzoni degli 883, ma non solo. Mi hanno guardato ballare, saltare, ridere. Abbiamo condiviso un bel momento. Grande entusiasmo da parte di tutti e un piacere enorme da parte di mia e del pubblico. 

Quali sono state le sensazioni emotive che hai provato ripercorrendo in scena la tua carriera, ma anche la tua vita?

Un divertimento enorme da condividere con il pubblico, un modo per irradiare la mia voglia di divertirmi percorrendo la storia di due menestrelli di Pavia: uno me stesso, l’altro Max, nell’intento di far avere una cassetta al Conte Claudio Cecchetto. Mi sono divertito! Tanto.

In scena non mancherà… l’Uomo Ragno!

Ci sarà anche l’Uomo Ragno che rappresenta un po’ la coscienza e mi accompagna in questo itinerario e mi fa capire che il supereroe e soprattutto il superpotere non è la ragnatela o il volare tra il grattacieli e i teatri di Broadway. Il superpotere è affrontare la vita col sorriso sulle labbra e impegnarsi sempre fino in fondo. Quello, poi, che fa Peter Parker da normalone, da provincialone. Lui difende il suo quartiere, da supereroi di quartiere, di fronte ai suoi nemici con l’impegno, più che con la ragnatela. Questo è il superpotere. 

Cosa rappresenta per Mauro Repetto la figura dell’Uomo Ragno? 

Se fossi esaltato direi che rappresenta me stesso. Tutti siamo un po’ supereroi, ma in realtà rappresenta l’infanzia, un’oasi di un rifugio, come un gioco. L’Uomo Ragno è il piacevole ricordo dell’infanzia. 

Nello spettacolo sei molto anche autoironico. 

Quando hai voglia di divertirti l’autoironia è fondamentale. 

Lo spettacolo è anche una celebrazione dell’idea di seguire i propri sogni. Oggi qual è il sogno di Mauro Repetto? 

A livello geografico mi piacerebbe andare ad abitare in Messico. Sono sempre stato sedotto dalle città, dalle culture, dalle ragazze. Ho individuato la penisola dello Yucatan, che è un pole position nei miei sogni. A livello professionale… lavoro per la compagnia numero uno di entertainment, Walt Disney Company, ho la possibilità di divertirsi a teatro, quindi… coltivo i sogni. Continuamente.

Come è stato interagire con l’Intelligenza Artificiale? 

Nello spettacolo, grazie all’Intelligenza Artificiale, io e Max parliamo come 35 anni fa. È come se avessimo riportato a teatro un frammento di un pomeriggio di Pavia del 1989. L’Intelligenza Artificiale ha quasi una dote spiritica, perché ricostruisce dei dettagli, la voce, il fisico, il mood generale di questo segmento di vita. 

Uno degli aspetti più positivi dello spettacolo è che non c’è l’effetto nostalgia. E’ semplicemente bello poterlo poterlo seguire, vedere, anche per vivere il presente senza andare a mitizzare il passato.

Hai ragione, non c’è un effetto nostalgia preciso; c’è proprio la voglia di fare una festa, la voglia di condividere la passione di stare assieme, di pensare a dei momenti belli di quando eravamo tutti più giovani, ma senza voler sottolineare l’effetto nostalgia. Facciamo festa assieme in questo momento un po’ grigio per tanti motivi.

Mi ha colpito anche la voce della cantante Maklin che è in scena con te. 

Maklin è eccezionale, mi ha steso.

E’ importante il suo ruolo soprattutto nella seconda parte dello spettacolo.

Lei rappresenta l’Arte. Nel senso che io sono andato in America a cercare una donna, una modella, ma in realtà, focalizzando la situazione 30 anni dopo, andavo a cercare l’arte, perché non avevo in quel momento né arte né parte. Lei rappresenta in parte la donna dei sogni, la musa ispiratrice, proprio l’arte in se stessa.  Il sogno americano in fondo era la voglia di cercare un po’ di arte e un po’ di parte… altrove. 

Al termine dello spettacolo c’è anche uno spin-off che è davvero commovente, con la piccola Sophia.

È vero. Il personaggio di Miranda è la figlia che non ho mai potuto avere con Brandy, questa grandissima e bellissima fotomodella. Non sono riuscito a conquistarla, forse perché ballavo male. La figlia che non ho mai potuto avere bussa alla mia porta e mi dice ‘ma ‘papà, io ci credevo! Perchè non sei stato capace di conquistare mia madre? Per questo non sono potuta nascere!’ Lei mi insegna un po’ a ballare, visto che nella vita… può servire. E’ commovente e fa ridere allo stesso tempo. È una bella signature finale.

Sul palco porti anche dei brani inediti. I fan si stanno scatenando e chiedono se un giorno li pubblicherai…

Non lo so. Per il momento sono concentrato sullo spettacolo e sul fatto che a Bollate verrà a vedermi il Conte Claudio Cecchetto. Quindi… non si sa mai! Per ora sono soddisfattissimo nel cantarli a teatro davanti al pubblico.

Videointervista a Mauro Repetto

Foto di Katia Maldoni