Intervista a Samuel, che ha pubblicato il nuovo album Maree, il terzo della sua carriera solista e il primo per Asian Fake. Qui il link per l’acquisto di una copia fisica.
“Un nuovo viaggio, ma anche la chiusura di un cerchio. Un ritorno alle cose che contano, a ciò che sento davvero. Ogni brano è una corrente diversa, che porta con sé tutto quello che ho raccolto negli ultimi anni.
Maree è un progetto nato da un’urgenza, ma cresciuto con cura: come un figlio musicale che ora deve prendere la sua strada e camminare con le sue gambe.
Da oggi è vostro. Fatemi sapere cosa vi arriva, cosa vi smuove. Io farò di tutto per accompagnarlo nel suo viaggio. Sto preparando i live per portarlo in giro e farlo vivere davvero nella dimensione che amo di più: il palco.”
Intervista a Samuel, il nuovo album “Maree”
Samuel, partiamo da questa nuova avventura con Asian Fake: com’è nata la collaborazione e la scelta di essere più indipendente?
Avevo bisogno di tornare a una dimensione musicale che mi appartiene da sempre, quella elettronica e un po’ più sperimentale. Volevo lavorare in un ambiente dove potessi confrontarmi quotidianamente con persone che fossero davvero vicine a me. Dopo l’ottima esperienza con Sony, che mi ha dato tantissimo per i miei primi due dischi, ho sentito l’esigenza di un cambio. Asian Fake mi è sembrata subito la casa giusta.
Quali sono le principali differenze che hai trovato in un’etichetta indipendente?
Beh, il meccanismo di lavoro in sé non cambia molto, ma c’è più attenzione. In un ambiente con meno progetti, puoi spiegare meglio quello che vuoi fare. E per un disco come questo, che andava raccontato in profondità, era fondamentale.
Uno degli aspetti più affascinanti di questo nuovo lavoro è l’equilibrio tra club e songwriting esistenziale. Come sei riuscito a bilanciare questi due elementi?
È vero, sono due mondi che sembrano incompatibili. La musica dance tende a lasciare poco spazio al cantato intenso, ma è un esercizio che faccio da anni, prima con i Subsonica e poi con i Motel Connection. Ho cercato di trattare la voce come uno strumento ritmico, che si incastra nel groove senza sovrastarlo. È stato complicato, ma anche molto stimolante.
Si percepisce anche un forte legame con la cultura del club. Hai scelto di mixare il disco come un vero DJ set: perché?
Era un sogno che avevo fin da piccolo: creare un disco dove ogni traccia si incastra con l’altra, proprio come in un set dal vivo. Negli ultimi due anni ho fatto il DJ praticamente ogni settimana, anche 3-4 serate. Questo ha influenzato molto l’approccio al disco e ha dato una direzione precisa al suono e alla struttura.
C’è un messaggio, un’immagine o una sensazione che ti piacerebbe restasse a chi ascolta “Maree”?
Mi piacerebbe che chi ascolta il disco si lasciasse trasportare da un flusso continuo, come succedeva a me quando mettevo un vinile e lo ascoltavo tutto d’un fiato. È un flusso che richiama anche le maree, quelle di Venezia, dove ho passato le ultime estati e dove è nato quasi tutto il disco. Le maree scandiscono il tempo e influenzano la vita delle persone, e io sono rimasto incantato da questo ritmo.
Parlando di immaginario: quanto conta l’immagine in questo disco, considerando anche il legame tra club culture e visual?
L’immagine è sempre stata fondamentale per me. Ricordo quando aspettavo un vinile e la prima cosa che facevo era aprirlo e guardarlo. L’immaginario che accompagna la musica dà una direzione, un mondo di riferimento. In questo disco c’è tanto mare, anzi laguna. È un luogo ibrido, tra acqua dolce e salata, dove avvengono cose uniche. Questo album vive proprio di questa biodiversità, di questi incontri inaspettati.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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