Una voce per San Marino 2023 vincitori

Il prossimo febbraio si svolgerà Una Voce per San Marino 2024, terza edizione del contest con cui la Repubblica del Titano sceglie il proprio rappresentante all’Eurovision di Malmoe.

Gli organizzatori hanno capito gli errori del passato e sono pronti a rilanciare una kermesse che dopo sole due edizioni sembra destinata all’oblio?

L’obiettivo è ambizioso e la scelta di permettere ai Big di accedere direttamente alla finale offre una garanzia importante.

Come noto i due artisti selezionati nelle prime due edizioni del contest hanno ottenuto risultati modesti una volta arrivati sul palco eurovisivo.

Se Achille Lauro ha pagato la troppa sicurezza e uno show innovativo per l’Italia, ma già ampiamente visto in Europa, il discorso dei Piqued Jacks è decisamente più articolato.

La seconda edizione di Una Voce per San Marino si è tenuta in un’atmosfera surreale. Nessuno aveva la minima idea di quello che si stava creando e nessuno immaginava che la figuraccia del Titano sarebbe diventata virale sui social.

Una giuria che non aveva idea di quello che stava votando, un conduttore come Jonathan Kashanian con la Pippobaudite, Senhit messa fondamentalmente in disparte in uno show dilettantistico, che nemmeno la più scalcinata televisione regionale realizza più con tanto pressapochismo. Una scaletta con un ritardo di un’ora in uno spettacolo da tre è solo la punta dell’iceberg di uno show che non ha funzionato per nulla.

Inutile sottolineare nuovamente il record negativo dei Piqued Jacks che hanno ottenuto in semifinale zero punti. Un fatto mai accaduto nella storia dell’Eurovision da quando esistono le due semifinali.

Da dove si può ripartire? Sicuramente dalla musica. Sono davvero tanti gli artisti che sono consapevoli che non vinceranno mail il Festival di Sanremo, ma che vorrebbero provare la strada dell’Eurovision. Elettra Lamborghini è una di questi e lo ha ammesso anche nella nostra videointervista, ma con una formula come quella dello scorso anno era assolutamente controproducente mettersi in gioco.

Poi è necessario avere una giuria con un minimo di conoscenza eurovisiva. Nessun giurato con un minimo di senno (sempre eurovisivamente parlando) avrebbe mandato al massacro un gruppo rock in una semifinale che ne presentava già due. Al Bano, presidente di giuria nel 2023, ha partecipato due volte e mezzo alla manifestazione? Vero, ma conosce i meccanismi dell’ESC di oggi? No, assolutamente no.

Ronela Hajati all’ultimo posto e Lorenzo Licitra, Thomas e Debora Iurato oltre la decima posizione sono il chiaro esempio del fatto che la giuria non aveva capito che non stava votando la canzone migliore o la più bella, ma quella più adatta al pubblico eurovisivo.

Alcuni giurati si sono giustificati dicendo che i Piqued Jacks sono stati scelti perchè cantano in inglese! I giurati sicuramente non erano al corrente del fatto che nel 2021 il podio dell’ESC ha visto solo canzoni in una lingua diversa dall’inglese, nel 2022 ha vinto un brano in lingua ucraina e nel 2023 al secondo posto (primo per il televoto) si è piazzata una canzone… in finlandese!

Oltre al problema della giuria, bisognerebbe lavorare su una conduzione degna di questo nome. Jonathan e Senhit erano stati davvero bravi il primo anno, ma la mania di protagonismo del primo si è palesata lo scorso febbraio, riducendo all’osso gli spazi della cantante bolognese.

Le premesse per fare bene ci sono, ci sarebbero, ma per proporre uno spettacolo degno bisogna affidarsi a chi davvero conosce l’Eurovision, i suoi meccanismi e le sue richieste. Un lavoro duro, di selezione e che non può non considerare l’aspetto legato alla comunicazione. I pochi media presenti nell’edizione 2023 sono stati costretti a lavorare in condizioni veramente pietose. Senza che l’ufficio stampa italiano (rappresentato da ben tre persone arrivate solo nel pomeriggio di sabato) muovesse un dito per agevolare le operazioni.

Gli errori sono tipici di un progetto tutto sommato giovane. La speranza che la pessima edizione 2023 venga cancellata da Una Voce per San Marino 2024 c’è e non potrebbe essere altrimenti. Ma tutti sono davvero pronti ad assumersi le proprie responsabilità per il tremendo tonfo del 2023?