Fadi

E’ uscito per Epic Records Italy / Sony Music Italy il nuovo singolo di Fadi Ragazzo del 2000. Il pezzo segna il ritorno del cantautore afroromagnolo dopo l’esperienza dello scorso anno di Sanremo Giovani, dove arrivò in semifinale con Due Noi.

Parte così un nuovo capitolo musicale che guarda al passato ma si proietta con forza verso il futuro.

Ragazzo Del 2000 è un brano prodotto da Antonio Filippelli dal tiro potente, con una sezione di fiati ad enfatizzarne l’energia, una cassa in quattro che segna il ritmo e la dinamica del viaggio sonoro e una timbrica quella di Fadi dal colore inconfondibile.

È una canzone che parla di occasioni: quella di riuscire anche in un tempo storico complicato come quello che ci attraversa a compiere l’unica esplorazione possibile: quella di un viaggio intimo, personale, inatteso.

È una canzone che racconta della possibilità di ricercare se stessi, fra le cose che gratificano e quelle che non bastano mai o non bastano più.

Fadi Ragazzo del 2000

Il ragazzo del 2000 è un naufrago che viaggia nel tempo, sbarca sulla Luna e si incanta a guardare la terra da lassù.

Inizia il suo viaggio grazie agli oggetti di scarto che gli altri esploratori hanno lasciato durante le loro spedizioni. “Una vespa ridotta un po’ così” dentro a una rimessa lunare che viene sistemata arraffando un paio di pezzi che trova in giro, al posteriore un razzo, all’anteriore un magnete per direzionare, lucidatina, “rimedia una bol con dentro un pesciolino spaziale” che usa come elmetto, prende, parte e va.

Tacca a girare” un pianeta sconfinato trovando geroglifici che raccontano di piada, Sangiovese, di innamorati sotto lo stesso cielo, di umanità e di religioni.

Prosegue il suo viaggio con “le pareti dello spazio che vibrano su una cassa in quattro”, guarda dall’alto l’Africa e il Giappone, si tuffa fra le stelle, mangia biscotti nella Via Lattea.

Si perde e si ritrova su una nuova frequenza, ascoltando una nuova canzone, “una musica buona che ti spacca il cuore”.

Dall’alto si accorge che nessun uomo è un’isola, sulla terra c’è solo alta marea e si fa fatica a vedere l’arcipelago che tiene insieme tutti.

Arriva ad un bivio spaziale assapora la sua fragilità e scopre un nuovo sé stesso proprio nella connessione che sente di avere con gli altri.

Noi siamo il minimo comune denominatore”: la miccia dello stare bene è nel ritrovare una idea comune di umanità condivisa.