E’ uscito lo scorso 29 ottobre Amore e Gloria, nuovo disco di Cortese, vincitore nel 2008 della prima edizione di X Factor, come componente degli Aram Quartet e trionfatore nel 2015 del Festival internazionale della canzone di Viña del Mar in Cile.
Amore e Gloria è un concept album che racconta le varie sfaccettature e declinazioni di tutto ciò che nella vita facciamo per la gloria dell’essere e dell’anima: amare e sognare.
Questa la tracklist dell’album.
- Street food
- Il ballo in maschera
- Gladiatori
- Il tuo cuscino
- Drive in
- Febbre
- Hiroshima
- Polline
L’album è stato anticipato da Gladiatori, un brano che racconta la quotidianità tra amore, inquietudini, passioni e irriducibili sogni dalla prospettiva di un’anima in subbuglio.
Il brano è accompagnato da un videoclip del brano, che vede l’artista passeggiare tra la magia di una Roma notturna e deserta, vista dagli occhi del regista Francesco Luperto per Zima Film.
Il singolo, dalle sonorità synth pop che strizzano un occhio agli anni ’80, è stato realizzato da un team interamente pugliese: se con la musica Cortese omaggia gli ascolti principali di una vita, con il team di produzione omaggia le sua terra.
Intervista a Cortese Amore e Gloria
“Amore e Gloria”, nuovo album per Cortese, nuova ripartenza. Una sorta di cambio pelle?
Sì, istintivo e necessario. È stata la conseguenza esatta di nuovi ascolti, nuovi stimoli e nuovi spunti.
Come mai hai deciso di condividere la tua intimità più profonda con il pubblico? Da cosa è scaturita questa decisione?
Capita sempre che le canzoni, quando le scriviamo con un’urgenza emotiva e creativa vera, violentino un po’ la nostra intimità perché raccontano cose di noi che in altra forma non esporremmo mai.
La decisione di condividere quindi insieme a loro una parte intima di me è scaturita proprio dal fatto che l’idea di mettermi a nudo nonché di rimettermi in gioco con nuova musica si sia rivelata ad un certo punto davvero tanto stimolante, spaventosa e adrenalinica allo stesso tempo, quindi ho pensato: perché no?
Poi in giro è pieno di canzoni pensate, scritte e realizzate a tavolino dallo slogan ad effetto alle sonorità ammiccanti. Io in fase di scrittura e poi di produzione ho pensato a come potesse suonare un disco che mi piacerebbe ascoltare, “sincero” appunto.
Perché, secondo te, molti di noi fanno cose, a volte dedicano le loro vite, solo per la gloria dell’essere e del fare?
Perché è bellissimo, nobilita l’anima, ci rende unici e irripetibili perché ognuno “fa” a modo proprio, soprattutto nell’arte, e già solo sentire quell’autenticità ci regala piccoli momenti di gloria per l’essere.
Dalla meravigliosa terra del Salento sei partito, anni fa, alla conquista del mondo, e in molti casi ci sei riuscito, Viña Del Mar, Xfactor, Tour intorno al mondo, Musical di Broadway…e poi, nel 2020 decidi di ricominciare, di rimetterti in gioco. Cosa è successo?
È successo che ho sempre amato le ripartenze, il reinventarsi per non abituarsi a sempre la stessa versione di sé. Del resto sono cresciuto amando artisti innovatori e camaleontici: David Bowie, Battiato, Battisti. Poi il covid mi ha scatenato una rivoluzione interiore importante che per me ha segnato un solco significativo, al di là dei cambiamenti di vita che tutti abbiamo conosciuto causati dalla pandemia, ho provato inquietudini, paure, incertezze e certa solitudine incredibili e ispiranti.
Un inizio col botto, quello con gli Aram Quartet, grande successo che faceva presagire qualcosa di importante ma all’improvviso tutto si spense. Perché quella decisione?
Tutto si spense perché lo show business è comandato da meccanismi complessi e spesso ingiusti che hanno compromesso prima il potenziale artistico nel progetto Aram Quartet (probabilmente espresso davvero solo durante l’avventura nel programma e che ci ha portato alla vittoria) e poi l’entusiasmo in noi perché le cose non andavano come avevamo sognato. Poi eravamo anche tanto giovani, ingenui e inesperti per certi aspetti e questo, in un mondo popolato da tanti avvoltoi, non ci ha aiutato all’epoca.
Cosa rappresenta per te l’America Latina, visto che ci hai vissuto con molto piacere e anche Lei ti ha regalato grandi emozioni? C’è qualcosa che unisce l’animo artistico di Cortese con quelle terre?
L’America è diventata per me una seconda casa considerando il tempo che ci ho trascorso e le emozioni che mi ha regalato nel mio percorso artistico. Il mio animo è legato a quelle terre da un amore per la musica condivisa e suonata per mestiere o per hobby sempre, in ogni circostanza, per strada, nei clubs, nei bar, nelle feste tra amici, con sempre grande attitudine e con un’impressionante musicalità, ce l’hanno nel sangue. I professionisti della musica poi amano il divertimento ma anche la perfezione, provano tanto, non si accontentano e questa è una cosa che caratterizza molto anche il mio atteggiamento in questo mestiere: la dedizione alla performance, a prescindere dal contesto in cui poi ci si esibirà, piccolo o grande che sia.
Hai più volte affermato che l’anno 2020 è stato l’anno della rinascita, delle ripartenze. Dopo un anno qual è il sentore di cosa sarà il futuro per Michele?
Sento che ho voglia di suonare tanto queste nuove canzoni, di raccontarle, di condividerle, quindi un futuro di live sicuramente. E poi più in là altra nuova musica sotto questa nuova pelle, sento che sono solo all’inizio.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Ci sarà ancora l’America?
Suonare il disco in giro qui in Italia e un minitour in America Latina per il 2022 che mi consentirà di tornare ai viaggi dopo lo stop obbligato a causa del covid.
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Penso, parlo, organizzo e scrivo di musica da oltre 30 anni.