Gesto Atletico è il nuovo album del cantautore Daniele Meneghin, che racconta la semplicità del quotidiano in modo straordinario. Il paesaggio descritto dal disco è il Nord Est, visto e raccontato dall’interno durante l’orario di lavoro.
Il “gesto atletico” è infatti l’insieme dei piccoli gesti quotidiani che ognuno compie nel corso della vita, è crescita personale, miglioramento, voglia di non arrendersi e desiderio di continuare a sfidare se stessi.
L’album è anticipato dal singolo Alieno A Tempo Pieno, accompagnato da un videoclip girato da Alessandro Cracolici realizzato con l’intento di raccontare la vita di una persona che, senza pregiudizi, non si ferma all’apparenza e sviscera la realtà in tutte le sue contraddizioni.
Tutte le sequenze, tranne quelle di playback, sono state realizzate unendo due o più filmati in stock per trasmettere un senso di surreale magia. Un gioco tra l’artista e lo spettatore che si trova immerso in un mondo onirico.
“La canzone di Daniele è un inno all’abbandono dei costumi e dei pregiudizi che vestono spesso soltanto contraddizioni e scarsa empatia verso le persone e l’ambiente. Il video quindi doveva essere una piccola oasi dove la testa può lasciarsi andare all’immaginazione e dove le molotov non sono incendiarie ma floreali.”
Così racconta il regista Alessandro Cracolici.
Intervista a Daniele Meneghin
Il 22 di Ottobre del 2021, è uscito il tuo nuovo album “Gesto Atletico”, una sorta di diario del quotidiano di un uomo qualunque. Possiamo definirlo come la descrizione di un “eroe” di tutti i giorni?
Si possiamo dire che l’album racconta di una serie di “virtù” che danno luce al quotidiano in maniera diversa. Il punto di vista della fatica, della quotidianità, del risolvere un problema alla volta ci racconta di persone che creano valore dalle proprie azioni, dai propri gesti.
Difficile porre questa domanda ad un cantautore, ma c’è tra tutte le tracce dell’album una che ti rappresenta in maniera particolare?
Non ci sono canzoni nell’album che non parlino anche di me, non saprei scrivere altrimenti. Dovendo scegliere direi Alieno a tempo pieno che è anche il singolo in rotazioni in questo periodo. Questa canzone è un mio autoritratto in musica con nello sfondo la situazione culturale/ecologica odierna.
In “Gesto Atletico” racconti di gesta e quotidianità durante gli orari di lavoro, si sensazioni e di pensieri, ma non credi che l’uomo in genere vive per lavorare e non di lavorare per vivere?
Dipende da quanta fortuna uno ha, impegnare il tempo che ci è concesso dedicandolo ad attività che ci fanno star bene è una prerogativa per vivere felici. Se poi una di queste attività è anche il proprio lavoro allora siamo anche fortunati!
In “Ti vedo perplesso”, forse c’è rinchiuso tutto il nostro tempo, quello che stiamo vivendo, quale è la soluzione per Daniele?
La soluzione è prendere coscienza dei cambiamenti in atto e cominciare la rivoluzione da sé stessi. Cambiare noi per primi senza pretendere che lo facciano gli altri. Come? Questo lo sappiamo tutti, mettendo da parte il nostro egoismo, il nostro egocentrismo, e dando valore alle cose che facciamo e compriamo con l’obiettivo di dare valore alle persone e al loro lavoro. Insomma fare un “gesto Atletico”.
Hai cambiato anche stile musicale per l’occasione dell’uscita del nuovo album, a cosa è dovuto questo cambiamento?
Mi è sempre piaciuto sperimentare fin dai primi album, sono passato da arrangiamenti da ”band” a arrangiamenti più “etnici” ad arrangiamenti più classici. Sentivo l’esigenza di sperimentare sonorità che non appartenevano del tutto al mio bagaglio culturale. Con il preziosissimo aiuto e guida di Paolo Iafelice abbiamo vestito le canzoni in veste “elettronica” e il risultato mi piace molto.
Quanto sono importanti per Daniele nella vita, così come anche nell’arte, l’assenza di pregiudizi?
È molto importante allenarsi a non avere pregiudizi, anche se almeno nel mio caso non sono ancora riuscito a non averne. Nel buddismo l’assenza di pregiudizi coincide con l’illuminazione. Non sono così bravo a controllare le mie sinapsi, ma riesco a volta ad approfittare di questo per scrivere delle canzoni.
Se Daniele Meneghin non avesse fatto il cantautore nella vita, cosa avrebbe fatto? Oppure la musica rimane ancora un sogno lontano per riuscire a vivere di essa?
Non ho mai voluto vivere di musica, non ho neanche mai pensato di dover vivere di musica, ho sempre pensato di trovare un modo nella vita per poterla fare, e così ho fatto. Questo è il mio quinto album e sono molto felice di essere riuscito negli anni a produrre questi lavori, diciamo che io di mio vivo per fare la musica.
Nella vita ma soprattutto nel mondo musicale è indubbio che la strada è segnata da vari compromessi, qual è quello che non accetteresti mai?
Come dici tu la vita stessa è un compromesso, il compromesso è una forma di sopravvivenza. Non ho pregiudizio contro il compromesso, certo deve essere dentro una forma di etica ed estetica condivisa, ma non dico di no a priori.
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Penso, parlo, organizzo e scrivo di musica da oltre 30 anni.