Gustaph Eurovision 2023

Il Belgio, dopo la delusione per la mancata finale dello scorso anno, schiera Gustaph e il suo brano Because of You con il chiaro obiettivo di accedere alla finalissima dell’Eurovision 2023.

L’artista ha all’attivo diverse collaborazioni e singoli di successo, anche realizzati con lo pseudonimo Steffen.

Intervista a Gustaph, rappresentante del Belgio all’Eurovision 2023

Iniziamo parlando della tua canzone, “Because of you”, com’è nata?

È stata scritta con l’artista Jaouad Alloul e l’abbiamo realizzata come celebrazione di se stessi, un messaggio di accettazione. Un consiglio su come essere felici per come si è, ma anche un modo per ringraziare chi ti ha aiutato a raggiungere la consapevolezza personale. Il pubblico è la famiglia che mi sono scelto, mi comprendono, mi aiutano e mi sollevano il morale. Credo che Because of you sia universale, chiunque di noi sa cosa significhi essere tristi, attraversare un brutto momento, ma sapere di avere persone attorno che ci supportano e ci aiutano è la vera soluzione.

Secondo te, cos’ha reso “Because of you” la canzone fortunata che al terzo tentativo ti ha portato all’Eurovision in prima persona?

In passato sono anche stato corista per gli Hooverphonic e Sennek, sapevo cosa mi aspettava sul palco dell’Arena. Mi è piaciuta molto l’esperienza anche dietro le quinte. Ho sempre amato l’Eurovision, ma non avevo l’ambizione di parteciparvi, non mi sentivo all’altezza. Poi, anche grazie al brano, ho acquisito fiducia e mi son detto, posso farcela anche da solo, sono arrivato alla finale nazionale ed eccomi qui!

Cosa rende differente l’esperienza con “Because of you” rispetto alle altre?

Le altre canzoni non erano mie composizioni, erano di altri artisti, io ero solo un corista. Questo brano l’ho composto e prodotto personalmente, lo canto io, arriva dal cuore. Il che è fantastico perché sono un musicista, posso essere parte di tutto il processo creativo. Ed è una rappresentazione di chi sono, che trovo sia molto importante.

Come hai detto, eri corista per grandi artisti, hai suonato con le Pointer Sisters, cos’hai imparato in questi anni?

Avevo vent’anni quando sono stato in tour con le Pointer Sisters, conoscevo le loro canzoni, ma non profondamente. L’intesa tra le 3 sorelle è incredibile, proprio qualcosa che hanno nel sangue, erano molto professionali, ottime nelle armonie, da giovane artista assorbivo il più possibile, imparavo dai maestri, perché loro lo sono in ciò che fanno. Ho imparato molto sulla contaminazione e sul cantare insieme che uso ancora oggi.

Parlando del tuo staging, abbiamo notato che non sei l’unico ad aver scelto il rosa, ci sono parecchi artisti che hanno scelto questo colore. Secondo te come mai?

Non ho idea, ma l’ho notato anch’io! Nel mio caso l’ho scelto perché la parte visiva è bianca e nera con accenti rosa, e l’avevo già deciso a febbraio. Mi sono sorpreso ci fosse così tanto rosa, probabilmente è l’anno del rosa ed è bello così.

Artisti come i Maneskin e Rosa Linn hanno raggiunto un successo internazionale dopo l’Eurovision. Credi che questo successo abbia cambiato il modo in cui viene percepito il contest?

Si, ma credo ci fosse già un’evoluzione in atto. Personalmente ho ricominciato ad interessarmi all’Eurovision nel 2010, trovo che da allora molti più artisti hanno mostrato la diversità, prima era più centrato sul momento, un modo per mixare elementi. Ora c’è molta più diversità tra le rappresentazioni. L’Eurovision ha una lunga storia e lo si guarda ora dalla giusta prospettiva, è un festival che riunisce le migliori canzoni di ogni nazione e dev’essere preso sul serio! E credo che ora gli artisti abbiano compreso questo dettaglio, non lo vedono più come un’opportunità di non si sa bene cosa, ma viene preso sul serio ed è una preziosa evoluzione per la competizione.

Anche il Belgio ha una lunga storia, con partecipanti differenti, che hanno presentato svariati generi musicali. Secondo te, come mai non riuscite a vincere da così tanto tempo?

Ci siamo andati vicino un paio di volte, ma è dura. Anche quest’anno ci sono diverse proposte interessanti e tutte potrebbero essere vincitrici. È tutto in mano ai voti di giuria e pubblico. Magari è solo questione di tempo e speriamo di vincere presto!

Conosci la musica italiana?

Conosco le canzoni che conoscono in tutto il Belgio, ovvero, Eros Ramazzotti, Laura Pausini, anche Marco Mengoni che è già venuto un paio di volte e sono riuscito ad incontrarlo ed è dolcissimo. SLa cultura italiana è ovunque, quindi ascoltiamo la musica, amiamo il cibo. L’Italia è conosciuta per essere straordinaria.

Sappiamo che in Belgio è molto famoso Adamo, di origine italiana.

Ma certo, Adamo! Si! “Vous permettez Monsieur”, “Dolce Paola” dedicata alla Regina. È una leggenda!

Gli Hooverphonic sono una band importante, con una lunga storia e una forte connessione con l’Italia. Secondo te, come mai questi grandi nomi non hanno grande fortuna sul palco dell’Eurovision?

Vorrei avere una risposta chiara, ma non c’è. Probabilmente questo fatto dimostra che serve una combinazione di fattori. Ci sono tanti artisti sconosciuti che però raggiungono punti altissimi. Non ho una visione chiara di ciò, ma penso che “The wrong place” fosse una canzone splendida e penso avrebbe potuto ottenere di più. Però la competizione è anche questa.

Quanto sono importanti i social media nel condividere la tua musica?

Sono super importanti, già solo adesso, rispetto a 5 anni fa c’è una differenza enorme ed è un gran cambiamento perché permette a un’artista di ricevere un feedback immediato su ciò che fa, è un ottimo strumento. È un peccato che a volte certe persone giudichino così rapidamente ed è uno dei motivi per cui sono contento che le prime prove non siano state mostrate completamente perché sono prove. Andrebbero gestite senza l’ansia della prestazione. Se riesci a essere più reale e connesso direttamente coi fan ed è un’ottima cosa.

Hai parlato delle tue prove, hai dovuto apportare modifiche tra le varie esibizioni?

Si, la prima è andata bene, ma ho dovuto cambiare alcune inquadrature, qualcosa dello staging e anche dell’outfit. Sono un perfezionista. Per la seconda molti dettagli si sono sistemati e quindi ho potuto esibirmi meglio, più concentrato per raggiungere l’obiettivo in semifinale.

Foto di Chloe Hashemi EBU