Anna and Vulkan

ANDARE, TORNARE” è l’EP di debutto della cantante e producer ANNA AND VULKAN, disponibile ovunque in digitale per Pluggers.

Dopo due singoli che l’hanno portata ad essere considerata una delle migliori novità musicali per Il futuro, ora Anna And Vulkan presenta la sua musica funk e nu-disco con un primo progetto ufficiale.

Andare, tornare” è un viaggio emotivo quanto artistico che, piuttosto che dettare una fine, marca un punto di partenza tra cantautorato (napoletano e italiano), nu-disco e psychedelic pop.

Anna and Vulkan è originaria di Torre Annunziata in provincia di Napoli ed è la nuova scommessa di Pluggers. Canta, suona la batteria, suona la chitarra, produce e come per i precedenti singoli, anche per il suo primo EP ufficiale è lei che ha realizzato la copertina.

Intervista ad Anna and Vulkan 

Cosa rappresenta l’Ep “Andare, tornare” nel tuo percorso artistico?

“Andare, tornare” è sicuramente rappresentativo di un percorso piuttosto ampio, emotivo e metaforico quanto reale. Negli ultimi anni ho viaggiato tanto, ho visto posti nuovi e ho fatto avanti e indietro tra la mia città e quella in cui vivo adesso. Ho sicuramente anche viaggiato musicalmente, scoprendo generi e artisti nuovi, suonando e scrivendo e nel frattempo cercando di trovare una voce che sentissi veramente mia.

I brani si caratterizzano per un approccio originale, fuori dagli schemi. Come definisci il tuo genere di riferimento?

Sicuramente mi rifaccio alla nu-disco, al synth pop e al pop psichedelico. Ma per adesso non voglio limitarmi, sto ancora esplorando. C’è molto istinto nella musica che faccio, dipende anche dal periodo, dalle influenze di quel momento, dall’umore. Mi piace spaziare e fare musica che mi piacerebbe ascoltare.

Nel disco si avverte quella circolarità evocata dal titolo. Ma quale è il punto di arrivo che ti sei prefissata con questo progetto?

È una bella domanda perché il modo in cui vedo questo lavoro in realtà è l’opposto di un punto di arrivo. Come hai detto tu c’è una circolarità di fondo che forse ha gettato le basi per la realizzazione dell’EP. Una circolarità artistica e personale fatta di insicurezze, divagazioni, equilibri e ricerca. L’uscita per me rappresenta un punto di partenza. Per ora ha tutta la bellezza e l’energia di quello che spero possa essere un nuovo inizio.

Tu sei originaria di Torre Annunziata e non disdegni l’utilizzo della lingua napoletana. Come ti spieghi il successo della scena campana degli ultimi anni?

Avverto un’energia collettiva molto interessante. Una voce tira l’altra, e così via, c’è una smania incredibile di farsi sentire. Napoli non è stata mai una città silenziosa, ma ho come l’impressione che sia stata raccontata dagli altri per troppo tempo. Adesso mi sembra che ognuno nella sua individualità racconti un pezzo della sua visione, che sia direttamente l’oggetto della creazione o uno sfondo, e questo ci fa riappropriare di uno spazio che è nostro.

Qual è l’aspetto della tua musica del quale sei particolarmente orgogliosa?

Come ho accennato prima, sono felice di avere un approccio istintivo sia con la musica che con i testi. La musica è sempre stata parte integrante della mia vita, ma in qualche modo per anni ne ho avuto un po’ paura. Certo, il fatto che l’EP sembri essere recepito bene mi rende orgogliosa, ma ciò di cui sono più felice è che accogliendo la musica così profondamente mi rendo conto di iniziare a essere davvero me stessa, e di quanto prima non riuscissi perché mi mancava una dimensione essenziale.

La tua esperienza a Vienna in un settore differente come ha modificato il tuo approccio musicale?

La mia esperienza a Vienna mi ha dato una visione molto preziosa oltre a tanta consapevolezza, alla lontananza e a una nuova nostalgia. Ho cominciato ad ascoltare generi diversi, e a riascoltare o scoprire tantissima musica italiana. Tutte queste scoperte e riscoperte hanno influenzato poi i brani che sono arrivati dopo, in maniera molto naturale.

Oggi quale direzione sta prendendo la tua musica?

La musica mi sta donando tantissime esperienze nuove. Tra queste la più bella forse è la dimensione del live, è una condivisione meravigliosa. Ho cominciato da poco un tour estivo, sono al mio terzo live e sono felice di come le persone stiano rispondendo. Sono anche molto sorpresa quando vedo che qualcuno canta le mie canzoni e ne conosce le parole, mi fa stranissimo. Poi sto lavorando a cose nuove e anche se non so ancora quale sarà la direzione finale che prenderanno, sono molto soddisfatta di come stanno venendo. C’è un filone che lega i nuovi brani a quelli vecchi ma c’è anche tanta voglia di lasciarli liberi per vedere che forma prenderanno. Sono curiosa anch’io.

Se dovessimo incontrarci tra un anno, quale obiettivo vorresti avere raggiunto?

Ciò che mi viene in mente è avere la possibilità di vivere di musica. Di potermici dedicare completamente, avere il tempo di studiare, continuare a scrivere e produrre. Spero di crescere, come artista e come persona, e di continuare a scoprirmi.

Anna and Vulkan è ora pronta per una lunga estate live.